Quattordici famiglie, 74 partecipanti e alla terza Stazione, quella animata da una famiglia numerosa, oltre dieci persone insieme dietro la croce – un record – anche se il vero “primato” della Via Crucis “familiare” di stasera al Colosseo presieduta da papa Francesco, sembra quello relativo al numero degli autori dei testi. A fornire suggerimenti, spunti, osservazioni non soltanto le 14 famiglie che si alterneranno lungo il percorso che richiama simbolicamente quello della Passione di Gesù, ma altre decine e decine di coppie e di nuclei familiari, in una prospettiva di compartecipazione e di condivisione secondo lo spirito di Amoris laetitia, nell’anno in cui il Papa ha invitato a riflettere sui temi dell’esortazione postsinodale in vista dell’Incontro mondiale delle famiglie che Roma ospiterà dal 22 al 26 giugno, in sintonia con tutte le diocesi del mondo, secondo una nuova prospettiva multicentrica e diffusa.
Ogni famiglia, certamente, offrirà spunti specifici sulla propria storia. Ma ogni storia richiamerà inevitabilmente quella di tante altre famiglie che, ad ogni latitudine e in diversi contesti sociali, vivono la stessa condizione e le stesse difficoltà. Richiami in parte casuali, in parte voluti, che nascono proprio da questa vastissima partecipazione collettiva e che permetteranno, a tutti coloro che stasera seguiranno la preghiera del Venerdì Santo, di identificarsi con le quattordici famiglie protagoniste. «Quando ci chiedono chi sono gli autori dei testi – osservano Gigi De Palo e la moglie Maria Chiara Gambini, a cui è toccato il compito di coordinare i vari interventi – siamo davvero in difficoltà. Le famiglie che si alterneranno a portare la croce hanno steso il canovaccio dei loro interventi seguendo percorsi diversi.
Chi dopo un’ampia consultazione con altre famiglie, chi sulla base del proprio impegno associativo, chi dopo consigli e suggerimenti raccolti da altri nuclei. Insomma, non c’è stato un criterio comune – osservano ancora – e neppure direttive che le famiglie sono state costrette a seguire. Abbiamo lasciato spazio al “genio familiare” e i risultati ci sembrano molto positivi. Ciò che le famiglie racconteranno stasera nasce davvero dal lavoro di tantissime coppie, di tantissimi genitori e figli». A Gigi e Maria Chiara è toccato poi il lavoro di limatura e di sintesi, una sorta di editing sempre comunque rispettoso delle caratteristiche originali di ciascun testo. Al centro della riflessione proposta in varie Stazioni, problemi importanti, anche laceranti, come quelli di cui parlerà la coppia di anziani senza figli (terza Stazione), oppure la famiglia con un figlio disabile (quinta Stazione), o quella con un genitore malato (settima) e, ancora di più, la coppia che ha perso un figlio (dodicesima).
«Ma non si dica – riprendono i due coordinatori – che questa è una Via Crucis sulla crisi delle famiglie. Abbiamo invece voluto sottolineare che la gioia dell’amore che si vive nelle famiglie, appunto Amoris laetitia, è in grado di trasformare anche le croci più pesanti in percorsi, pur faticosi e difficili, di crescita nella fede e di nuova consapevolezza del proprio ruolo nella Chiesa e nella società». Ecco perché quelli di stasera saranno racconti di verità proposti da coppie e da famiglie che intendono mostrare come, anche nei momenti difficili, c’è la possibilità non di “mettere in piazza” i propri guai, ma di mettersi in gioco, di chiedere aiuto, di trovare sostegno spirituale e modalità concrete di accompagnamento.
La grande risorsa è certo quella dell’associazionismo. E nessuno lo sa meglio di Gigi De Palo che da sette anni presiede il Forum delle associazioni familiari. Ma non si tratterà banalmente di una Via Crucis delle associazioni, anzi le provenienze saranno molto più diversificate, soprattutto senza criteri di appartenenza. Certo, alcuni riferimenti sono stati inevitabili, la famiglia extralarge arriva dall’Associazione famiglie numerose, quella adottiva (nona Stazione) è stata suggerita da Aibi, quella che gestisce una casa famiglia (sesta Stazione) fa parte della grande rete della “Papa Giovanni XXIII”, «ma più delle varie sigle – osservano ancora Gigi e Maria Chiara – conta il problema raccontato, secondo il criterio più volte espresso da papa Francesco, secondo cui la realtà è superiore all’idea».
Quella che emergerà stasera sarà davvero l’espressione di quella sinfonia familiare che può essere declinata in cento e cento modalità diverse, secondo la storia, le ferite, le vicissitudini di ogni famiglia. Ma si tratta in ogni caso di coppie e di famiglie che non intendono perdere la speranza a causa dei propri limiti e non rinunciano a cercare la pienezza dell’amore e della comunione promessa dal Vangelo.