lunedì 15 luglio 2013
​Sono decisamente motivati e soprattutto pronti a vivere un’intensa esperienza di Chiesa e di missione, i giovani italiani in partenza per i gemellaggi che preparano la Giornata mondiale della gioventù di Rio de Janeiro.
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Sono decisamente motivati e soprattutto pronti a vivere un’intensa esperienza di Chiesa e di missione, i giovani italiani in partenza per i gemellaggi che preparano la Giornata mondiale della gioventù di Rio de Janeiro.«È la prima volta – spiega don Michele Falabretti, direttore del Servizio nazionale di pastorale giovanile – che la Gmg è preceduta da gemellaggi così forti. Nelle edizioni precedenti l’aspetto missionario non era tanto marcato. Per i più sarà un’esperienza nuova, l’occasione per vedere di persona come nasce e si forma una Chiesa. Molte comunità brasiliane, infatti, non hanno secoli di storia alle spalle. Sono Chiese giovani, fondate e cresciute negli ultimi 150 anni, e quindi non hanno tutta la tradizione che abbiamo noi. Questo permette loro di avere lo slancio degli inizi e i giovani certamente sentiranno questo clima e si porteranno a casa l’entusiasmo di comunità cristiane giovani». C’è anche un altro aspetto che caratterizza questi gemellaggi che vedono coinvolti più di sessanta gruppi provenienti da ogni parte d’Italia, spesso interdiocesani o addirittura regionali. Molte delle diocesi del Brasile dove si svolgeranno i gemellaggi sono aree caratterizzate da grande povertà. «I giovani – prosegue Falabretti – potranno così confrontarsi con un realtà che nella città di Rio forse non è così evidente. Ma fuori dal centro urbano, nelle foreste o nei grandi spazi del Nord, ci sono situazioni difficili. Qui potranno incontrare una Chiesa che vive in mezzo ai più poveri e che punta all’essenziale». Una simile esperienza non può essere lasciata all’improvvisazione. Per questo gli uffici diocesani di pastorale giovanile, nei mesi scorsi, hanno attivato specifici percorsi di preparazione. Per la diocesi di Asti, un momento particolarmente intenso di questo percorso è stato la Veglia di Pentecoste. Durante la celebrazione è stato conferito il mandato missionario a don Italo Francalanci. Il sacerdote andrà a sostituire, come fidei donum, don Roberto Zappino che torna a casa dopo nove anni di missione in Brasile, nella piccola diocesi amazzonica di Juína. Nella stessa Veglia il vescovo di Asti Francesco Guido Ravinale ha conferito il mandato ai 23 giovani astigiani che partiranno per São Luís da dove provengono due sacerdoti incardinati nella diocesi piemontese. «Lo slogan della Giornata mondiale “Andate e fate discepoli tutti i popoli!” – spiega don Carlo Rampone, referente per la pastorale giovanile diocesana e regionale – ha dato a questa edizione dell’incontro mondiale una forte connotazione missionaria e non solo a parole. Nella diocesi che ci ospiterà, infatti, i nostri giovani potranno fare una forte esperienza pastorale con i ragazzi di strada». Dei 1.500 giovani pellegrini romani, un centinaio partirà martedì alla volta di Fortaleza. «Sono stato in Brasile lo scorso anno – racconta don Maurizio Mirilli, direttore del Servizio diocesano per la pastorale giovanile del Vicariato di Roma – ospite della «Comunità Shalom» che a Fortaleza ha la sua casa madre. La comunità organizza, nei giorni precedenti la Gmg di Rio, l’Hallelujah Festival che è il più grande happening di evangelizzazione del Brasile: ogni sera centinaia di migliaia di giovani partecipano momenti di catechesi e preghiera, animati con canti e musica cristiana. Abbiamo scelto questa città per far conoscere ai giovani di Roma una Chiesa molto giovane e fresca. A Fortaleza, inoltre, ci sono numerose altre realtà missionarie e caritevoli che si occupano di meniños de rua e di tossicodipendenti».«Il gemellaggio è ormai una tradizione della Gmg – conclude don Michele Falabretti – e ha fatto sempre parte dell’esperienza. Quest’anno, però, il fatto che quasi tutte le diocesi hanno almeno un prete, un religioso, una religiosa o un volontario laico in Brasile ha facilitato i contatti e gli scambi. Certamente un bilancio lo potremo fare solo alla fine della Gmg ma i presupposti perché questa sia un’esperienza incisiva per il cammino di fede dei nostri giovani ci sono tutti».
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