Papa Francesco questo pomeriggio nel negozio di ottica della famiglia Spiezia nel cuore di Roma - Avvenire
La telefonata è arrivata lo scorso sabato mattina: «Buongiorno Alessandro, sono papa Francesco. Dovrei rifare le lenti degli occhiali, lei quando è libero? Si è già disturbato due volte a venire da me, questa volta vengo io». E così è stato. Oggi pomeriggio, puntuale alle 17 (chi lo conosce sa che, al massimo, anticipa di qualche minuto ma non è mai in ritardo), come d’accordo il Pontefice è arrivato nella “bottega storica” del suo ottico di fiducia Alessandro Spiezia, otto metri quadri in via del Babuino, a due passi da piazza del Popolo, nel cuore di Roma.
Non è stata la prima volta che Bergoglio si recava personalmente dal suo ottico: c’era già stato nel settembre 2015. Ma l’emozione per Alessandro Spiezia e per suo figlio Luca è stata (comprensibilmente) ugualmente tanta. Così come tante sono state le persone che si sono accalcate fuori al negozio, nella speranza di un saluto che lui, com’è sua abitudine, ha regalato a tutti. Appena è sceso dalla “sua” Cinquecento, qualcuno ha urlato: «Il Papa!». E passanti e turisti si sono immediatamente fermati. Un sorriso a un paio di bambini, un saluto ad alcune persone che si trovavano vicino alla macchina e, poi, il servizio d’ordine ha fatto il resto, consentendo al Papa di raggiungere il punto vendita sulla sedia a rotelle.
«Appena è arrivato, ha tirato fuori dalle tasche della talare due paia di occhiali. Abbiamo misurato la vista e abbiamo deciso di cambiare le lenti», racconta Spiezia, sottolineando che, come di consueto, Bergoglio ha chiesto di conservare le vecchie montature. «Le tratto bene, le conservo nella loro scatola», ha scherzato il Pontefice. Il controllo della vista, tra una chiacchiera e l’altra, è durata una mezz’ora. «Si vedeva che era contento di stare qui», dice l’ottico che gode della stima e dell’affetto di Francesco. Lui non vorrebbe dirlo ma il Pontefice ogni anno lo chiama anche per fargli gli auguri per il compleanno. L’unico cruccio per Spiezia è quello di non essere ancora riuscito a convincere il Pontefice a usare gli occhiali da sole. «Gliel’ho detto più volte, anche recentemente che il sole può dargli fastidio ma lui preferisce non nascondere gli occhi dietro lenti scure». Ci ha riprovato anche oggi, giocando la carta delle lenti fotocromatiche, ma non c’è stato niente da fare.
Una volta terminato il controllo della vista, Spiezia ha chiamato la moglie Anna Maria per un saluto a Francesco. Il Papa già la conosceva e l’ha salutata con grande affetto. E non è mancato un simpatico scambio di battute, complice la presenza di monsignor Guillermo Karcher, vecchia conoscenza di Francesco fin dai tempi dell’Argentina. «Ti vedo un po’ ingrassato», gli ha detto, ridendo, il Papa. «Colpa della signora Anna Maria che cucina benissimo», ha risposto lui. E immediatamente è scattato l’invito a cena: «Santità, venga quando vuole. Le preparo una bella carbonara». ha detto la signora Spiezia. E chissà che l’invito non venga accolto...
Poi ha scherzato anche con Luca Spiezia. Quando lui gli ha proposto di fare anche un terzo paio di occhiali di riserva, Francesco ha risposto: «Soltanto se me li fa pagare». «Santità, certo che la faccio pagare, devo portare i miei figli in vacanza», ha esclamato l’ottico, suscitando l’ilarità dei presenti.
Prima di andare via, Francesco si è informato sui tempi della consegna dei nuovi occhiali e, alla proposta di una consegna a domicilio, ha risposto: «Ma no, vengo io, così mi faccio una passeggiata». Quindi, dopo avere donato come di consueto alcuni rosari, ha lanciato un’occhiata fuori dal negozio e, vedendo le tante persone che lo aspettavano fuori, ha comunicato al suo segretario particolare, monsignor Daniel Pellizzon, il desiderio di salutare tutti. Aveva portato con sé anche delle caramelle che ha voluto distribuire personalmente ai bambini.
«Gli anni passano, ho avuto l’onore di incontrare il Santo Padre tante volte ma l’emozione è sempre più grande – conclude Alessandro Spiezia –. Non nascondo che questa volta ero ancora più emozionato del solito. E la consapevolezza di godere della sua stima e, passatemi il termine, della sua amicizia, mi riempie di gioia».