mercoledì 16 dicembre 2020
In questo Natale così particolare aprono all’assoluzione generale e comunitaria. Ma soltanto dal 16 dicembre al 6 gennaio e nei casi di «grave necessità» previsti dal Diritto canonico
Un penitente al confessionale

Un penitente al confessionale - Siciliani

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Nelle chiese del Nordest, come ovunque, anche a Natale è naturalmente possibile la confessione individuale. Ovviamente in condizioni di sicurezza sanitaria, quindi in spazi ampi, con il penitente ed il sacerdote distanziati almeno di un metro e mezzo. Tuttavia i vescovi possono autorizzare, in particolari situazioni, dalle case di riposo agli ospedali, alle comunità di accoglienza, la confessione comunitaria con l’assoluzione.

«Questo – puntualizza il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia – per poter venire incontro a specifiche necessità, ricordando però che la Confessione auricolare è quella che garantisce il rapporto migliore tra il penitente ed il ministro della riconciliazione, quindi il rapporto migliore con la Chiesa».

Riunitisi nella consueta assemblea mensile, i vescovi di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, aree ancora molto colpite dalla pandemia, hanno invitato le comunità a «preparare e vivere con fede e speranza ed anche con la necessaria prudenza, i prossimi “inediti” giorni del Natale» per coglierne il carattere fondamentale: Gesù Cristo che si fa Bambino, assume anche le povertà e le fragilità dell’uomo e ridona a tutti il senso della comune umanità e fraternità. Significato che passa anche per il sacramento della riconciliazione.


La misura guarda in particolare alle case di riposo. L’invito a un’adeguata catechesi e ad avere cura di «separare la celebrazione penitenziale comunitaria dall’Eucaristia»

Tuttavia la normale forma “individuale” talvolta può presentare oggettive difficoltà. Così i pastori, consultata la Penitenzieria apostolica, hanno convenuto che la situazione di pandemia possa configurare uno dei casi di grave necessità previsti dal Diritto Canonico in cui rendere praticabile la cosiddetta “terza forma” del rito con assoluzione comunitaria e generale. Ma solo dal 16 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 e - si precisa - avendo cura di separare la celebrazione penitenziale da quella eucaristica, nonché accompagnando il segno sacramentale con un’adeguata catechesi che metta in rilievo la straordinarietà della forma adottata. La Confessione individuale resta, dunque, quella privilegiata.

L’arcivescovo di Udine, monsignor Andrea Bruno Mazzocato raccomanda «vivamente » ai sacerdoti di «evitare forme di contagio: ci sia una stanza ampia, aerata e isolata in modo che non si senta il colloquio tra confessore e penitente; ambedue usino le mascherine e di tengano ad almeno un metro e mezzo di distanza; possibilmente si inserisca tra i due un divisorio di plexiglas; non si usino foglietti comuni con altri penitenti».

Nelle case di riposo sarà invece possibile l’assoluzione generale, ma per questo, secondo Mazzocato, è «necessario un dialogo costante con la direzione delle case di riposo per far comprendere il diritto degli ospiti ad avere un’assistenza spirituale e concordare le modalità possibili ».


I presuli, consultata la Penitenzieria apostolica, hanno convenuto che la pandemia rientra nell’eccezionalità prevista dal Codice L’eventuale via libera è però a esclusivo giudizio del vescovo e nelle modalità da lui indicate

L’arcivescovo di Gorizia, monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli invita le parrocchie ad accordarsi con quelle vicine per celebrazioni penitenziali (anche specifiche per i ragazzi) con la presenza di più sacerdoti, che si distribuiranno nelle cappelle e nei locali annessi alla chiesa (se adatti) e all’interno della stessa chiesa per la Confessione individuale. Tornando alla situazione delle case di riposo i vescovi del Triveneto non nascondono la preoccupazione per lo stato di solitudine (soprattutto spirituale) degli ospiti, così come per i ricoverati negli ospedali.

Il vescovo di Belluno-Feltre, monsignor Renato Marangoni, affida a medici ed infermieri di benedire i loro pazienti «tracciando il segno della Croce che per tutti noi è segno di Dio che ama». Lo stesso vescovo concede la possibilità della Comunione a casa per gli ammalati attraverso un familiare o una persona che già li frequenta.

Il vescovo di Vicenza, monsignor Beniamino Pizziol presiederà una celebrazione eucaristica nel santuario di Monte Berico, venerdì 18 dicembre alle 17, alla presenza delle autorità civili e sanitarie, come celebrazione di ringraziamento e affidamento, mentre la diocesi ha organizzato una raccolta di solidarietà in tutte le celebrazioni della domenica 27 dicembre, Festa della Sacra Famiglia, a favore dei nuclei in difficoltà.

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