martedì 8 ottobre 2024
Il monumento, in bronzo, rame, oro, calcestruzzo e legno si trova sull'altare maggiore della Basilica Vaticana. Siamo saliti sui ponteggi per mostrarvi alcune foto scattate a venti metri di altezza
Il Ponteggio che ora avvolge il Baldacchino del Bernini

Il Ponteggio che ora avvolge il Baldacchino del Bernini - foto muolo

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Visti da vicino, a venti metri d’altezza, i putti che reggono le chiavi di San Pietro (da terra dei graziosi bambini), sono in realtà dei colossi. E le stesse chiavi sono alte più di un metro e mezzo. Le api simbolo dei Barberini (dato che il Papa era uno di loro, Urbano VIII), diventano poi via via più grandi man mano che ci si avvicina alla sommità del Baldacchino del Bernini, nella Basilica di San Pietro. Fino a diventare grandi come colombe. Effetti strabilianti della prospettiva, particolari che ieri mattina è stato possibile ammirare da vicino, grazie alla visita guidata sui ponteggi del restauro ormai completato, dopo nove mesi di lavori, del monumento posto sull’altare maggiore e sulla tomba di San Pietro.
Il disvelamento, ha annunciato l’arciprete della Basilica Vaticana, cardinale Mauro Gambetti avverrà il prossimo 27 ottobre, in occasione della Messa conclusiva del Sinodo sulla sinodalità. Una data evidentemente non scelta a caso, ha sottolineato il porporato, che coincide anche con l’anniversario della preghiera per la pace di Giovanni Paolo II con i leader religiosi ad Assisi, nel 1986. E pace ed eucaristia, dal momento che l’opera arte ricopre l’altare centrale della Basilica, sono intimamente connessi.
«Si manifesta così - ha rimarcato Gambetti - la bellezza e la gloria che la Chiesa dovrebbe riflettere. Nell’eucaristia ri, infatti, si fa memoria di ciò che Gesù ha fatto: comunione riconciliazione». Inoltre « è un’occasione per dire grazie e annunciare speranza, mentre camminiamo verso un giubileo di speranza», ha fatto notare il cardinale.

In questa e nelle altre immagini, alcuni particolari dell'architrave, della sommità e delle colonne tortili restaurati. Risplende l'oro delle cromature

In questa e nelle altre immagini, alcuni particolari dell'architrave, della sommità e delle colonne tortili restaurati. Risplende l'oro delle cromature - Muolo


Non c’è però solo il Baldacchino. Per la prima volta verrà infatti anche mostrata ai fedeli la Cattedra di San Pietro, un manufatto in legno con intarsi in avorio, estratto dalla gloria dell’Altare della Cattedra (che si trova alle spalle del Baldacchino nella zona absidale della Basilica). Attualmente la Cattedra è in fase di studio da parte degli specialisti, ma sarà esposta dal 27 ottobre ai piedi dell’altare maggiore, almeno fino all’8 dicembre.
Nel corso della visita, alla quale era presente anche padre Enzo Fortunato, direttore della comunicazione della Basilica, è stato possibile apprendere diversi interessanti particolari sul restauro e sulla natura del monumento berniniano.
Come ha riferito l’ingegner Alberto Capitanucci si è trattato di un lavoro di ripulitura a 250 anni dall’ultimo grande restauro. «Il Baldacchino, comunque è in buona salute complessiva e non c’erano patologie particolari».


Il manufatto è alto 30 metri (un palazzo di dieci piani) ed è composto da diversi materiali. Il bronzo della colonne tortili, riempite di calcestruzzo, il rame, il legno del cielo (che si trova a una quota di venti metri) fin dove è stato possibile salire. Ma soprattutto l’oro delle cromature, che con il restauro è stato restituito al suo splendore originario.
«Lo sfavillio dell’oro fa da contrasto con il color cuoio del bronzo, dato che questo monumento doveva dare l’idea di una macchina processionale, un baldacchino, appunto, con la stoffa del cielo sostenuto da aste rivestite in cuoio», ha detto Capitanucci.
Uno dei restauratori, Giorgio Capriotti, ha parlato poi del lavoro di ripulitura dal particolato (polvere, sporcizia, condensa dovuta al grande flusso di pellegrini) che aveva via via offuscato le superfici. «Adesso lo vedremo come era quando fu realizzato tra il 1624 e il 1635. Ma abbiamo anche ritrovato elementi di vita legati ai precedenti interventi di manutenzione: dalla lista della spesa di un sampietrino del ‘700 alla scarpetta di un bambino che il padre manutentore ha lasciato quasi come voto che il figlio un giorno potesse prendere il suo posto». Tutti elementi che illustrano la vita del monumento e che saranno catalogati e conservati a futura memoria.


Il restauro è stata un'opera memorabile, ha sottolineato il cardinale Gambetti. Si pensi solo che tutti i ponteggi pesano svariate tonnellate e che sono stati montati una superficie della Basilica i cui sotterranei sono cavi (ci sono le grotte vaticane e la necropoli). Per cui l'operazione ha richiesto precisi calcoli ingegneristici per distribuire bene il carico. Anche nello smontaggio si dovrà procedere progressivamente, per evitare che l'alleggerimento crei scompensi. Al restauro hanno collaborato l'archivio vaticano, i Musei vaticani, le maestranze della Fabbrica di San Pietro, oltre agli esperti restauratori. Un sostegno economico è arrivato dal Cavalieri di Colombo.

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