IL cardinale Simonis con Giovanni Paolo II, che gli aveva consegnato la porpora nel 1985 - Vatican News / Osservatore Romano
«Rendo grazie a Dio Onnipotente per la fedele testimonianza al Vangelo del cardinale Simonis e per il suo impegno prezioso al servizio della comunione ecclesiale». È un passaggio del telegramma di papa Francesco indirizzato al cardinale Willem Jacobus Eijk e diretto successore proprio di Simonis sulla Cattedra episcopale di Utrecht nei Paesi Bassi che è sede primaziale. Il porporato è morto mercoledì a Voorhout, in Olanda.
Aveva 88 anni. Nato il 26 novembre 1931 a Lisse, diocesi di Rotterdam, primo di undici fratelli, Adrianus Johannes Simonis aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 15 giugno 1957. Il tradizionale percorso teologico-filosofico avvenne nei Seminari di “Hageveld” e “Warmond”. Dal 1959 al 1966 aveva studiato esegesi biblica a Roma, completando i corsi con una tesi sui testi del Vangelo di Giovanni relativi al Buon Pastore.
Rientrato in patria, era stato nominato vicario di una parrocchia dell’Aja, con l’incarico particolare di curare il settore della pastorale per gli infermi nel locale ospedale della Croce Rossa.
Eletto vescovo di Rotterdam il 29 dicembre 1970 da Paolo VI, aveva ricevuto l’ordinazione episcopale il 20 marzo dell’anno successivo, scegliendo per motto “Ut cognoscant Te”. A consacrarlo fu il cardinale e allora arcivescovo di Utrecht Bernard Jan Alfrink. Il 27 giugno 1983 era stato nominato arcivescovo coadiutore di Utrecht con diritto di successione al cardinale e pioniere dell’ecumenismo post-conciliare Johannes Willebrands, avvenuta il 3 dicembre 1983.
Era stato anche presidente della Conferenza episcopale dei Paesi Bassi (1983-2008), all’interno della quale aveva guidato le Commissioni per l’educazione e per la religione, prodigandosi molto per la tutela della vita, della famiglia e del matrimonio, secondo la dottrina cattolica.
Negli anni del suo lungo episcopato in Olanda fu infatti lo strenuo difensore quasi un alfiere del magistero di Giovanni Paolo II in particolare prendendo posizioni pubbliche contro l’aborto e il triste fenomeno dell’eutanasia che proprio nel sua Olanda veniva sempre più a far parte della mentalità corrente.
«Abbiamo perduto il senso di Dio, che è un Dio dei vivi. – fu il suo amaro commento durante un’intervista alla Radio Vaticana nel 2002 nel giorno in cui venne legalizzata l’eutanasia nel suo Paese – . Abbiamo perduto la stima per la vita».
Simonis fu, tra l’altro il principale stratega e ispiratore del viaggio apostolico – al centro di forti polemiche dei media di allora – nel 1985 del Pontefice polacco in Olanda. Il 25 maggio dello stesso anno, Giovanni Paolo II lo aveva creato cardinale. Come cariche di gratitudine furono le parole espresse proprio da Simonis nel giorno della scomparsa di papa Wojtyla nel maggio del 2005 definendolo un «faro nella tempesta».
Aveva preso parte al Conclave dell’aprile del 2005 che ha eletto papa Benedetto XVI ed era divenuto arcivescovo emerito di Utrecht il 14 aprile 2007.
Una persona «con un grande cuore pastorale»: così il cardinale Willem Jacobus Eijk, arcivescovo metropolita di Utrecht, nei Paesi Bassi, ha annunciato la scomparsa del suo predecessore.«Dopo la sua rinuncia – si legge in una nota dell’arcidiocesi di Utrecht – il porporato ha vissuto per qualche tempo a Nieuwkuijk, in Brabante, nella Mariapoli Mariënkroon del Movimento dei Focolari. Ha trascorso i suoi ultimi anni in un centro di cura a Voorhout, nei Paesi Bassi meridionali».
Esprimendo il suo cordoglio, il cardinale Eijk ha ricordato l’opera del suo predecessore, iniziata in un momento difficile, in cui la polarizzazione, nel Paese, era molto forte. «Questo non gli ha impedito, tuttavia, di mettere in pratica il suo motto, “Perché Ti conoscano, in molti modi”».