sabato 14 febbraio 2015
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Al termine del rito di creazione dei nuovi cardinali, il Papa ha annunciato le date per la canonizzazione di quattro beate, di cui qui presentiamo dei brevi profili. Jeanne Émilie de Villeneuve Dal castello in cui era nata e cresciuta, in seno a una nobile famiglia di Tolosa, alla vita condivisa con i più bisognosi, soprattutto ragazze e donne che arrivavano dalla campagna in città in condizioni di vita e lavoro "dickensiane". Fu questa la parabola della francese Jeanne Émilie de Villeneuve (1811-1854), fondatrice delle suore di Nostra Signora dell’Immacolata Concezione. Ebbe un’infanzia segnata dall’esempio dei genitori, profondamente credenti. Dopo aver meditato di entrare tra le Figlie della Carità, fondò lei stessa una congregazione, un gruppo di religiose che saranno poi chiamate "suore azzurre". «È per Dio che vi lascio, voglio servire i poveri!» scrisse al padre nel 1836. La prima comunità si stabilì in una piccola casa a Castres. Sorse poco una seconda comunità, dove le suore si dedicavano all’educazione di bambini e bambine, alla catechesi e alla cura dei malati. Nel 1853 Emilie si dimise da superiora generale dell’Istituto, dopo aver promosso la sua espansione in Senegal, Gambia e Gabon. Morì un anno dopo di colera, dopo aver offerto la sua vita perché l’epidemia che aveva colpito Castres si arrestasse. (Andrea Galli) Maria Baouardy (Maria di Gesù Crocifisso) Maria Baouardy nasce nel 1846 a Ibillin, piccolo villaggio della Galilea, da genitori libanesi. Li perde entrambi in tenerissima età e a dodici anni segue lo zio ad Alessandria d’Egitto. Rifiuta un matrimonio combinato e, in rotta con i familiari, si trova a vagare e a lavorare come domestica prima ad Alessandria, poi a Gerusalemme, Beirut per finire in Francia, a Marsiglia. Entra nell’Istituto delle Suore di San Giuseppe dell’Apparizione, ma dopo due anni di postulandato viene indirizzata alla claustrale. Trova il suo approdo nel 1867 fra le Carmelitane scalze, nel Carmelo di Pau sui Pirenei, prendendo il nome di Maria di Gesù Crocifisso. Parte per l’India per partecipare alla fondazione di un Carmelo a Mangalore, torna a Pau e nel 1875 riparte per Betlemme per la fondazione del primo Carmelo in Palestina. In Terra Santa trova la morte tre anni dopo. I testimoni dell’epoca e le consorelle attestarono i suoi carismi e le sue esperienze mistiche, tra le più straordinarie nella storia della santità dell’800, tra cui estasi, levitazioni e stigmate. Nel breve periodo trascorso in India fu vittima di anche una possessione diabolica. In Terra Santa, in seguito a una visione, indicò il sito in cui si trovava l’antica Emmaus. Fondamentale fu anche il suo un ruolo nell’approvazione della congregazione dei Betharramiti, di cui faceva parte il cappellano delle suore di Pau che fu il suo primo biografo. (Andrea Galli) Marie-Alphonsine Danil Ghattas Marie-Alphonsine Danil Ghattas è stata co-fondatrice della prima e finora unica congregazione palestinese nella Chiesa, quella delle Suore del Rosario. Nata a Gerusalemme nel 1843, decide di consacrarsi a Dio a 14 anni nella congregazione di San Giuseppe dell’Apparizione. A 19 anni viene mandata a Betlemme come catechista, dove dà vita a confraternite e gruppi di preghiera mariani. Una serie di visioni le indicano la sua missione, quella di dar vita a un Istituto religioso, cosa che realizza insieme all’aiuto di Joseph Tannous Yammin, sacerdote del patriarcato di Gerusalemme dei Latini. Nel 1880 veste l’abito della nuova famiglia religiosa insieme alle prime consorelle. Porta avanti la sua opera in diverse città della Galilea, dove apre case dell’Istituto e scuole. Muore ad Ain Karem nel 1927 mentre recita il Rosario, nel cui segno ha speso tutta la vita. Le sue figlie spirituali sono rimaste radicate in Medio Oriente, sono presenti in Egitto, Giordania, Kuwait, Libano, Palestina e Siria. «Suo merito – disse Giovanni Paolo II in occasione della sua beatificazione – è di aver fondato una congregazione femminile di donne del luogo con lo scopo dell’insegnamento religioso, per vincere l’analfabetismo ed elevare la condizione della donna nella terra in cui Gesù stesso ne esaltò la dignità». (Andrea Galli) Adelaide Brando Maria Cristina dell’Immacolata Concezione, al secolo Adelaide Brando, fondatrice della congregazione delle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato, nacquea Napoli il 1° maggio 1856 da una famiglia agiata. Appena dodicenne fece voto di castità perpetua davanti all’immagine di Gesù Bambino. Desiderava entrare tra le Sacramentine di Napoli, ma le fu impedito dal padre che invece le concesse l’ingresso tra le Clarisse del Monastero delle Fiorentine a Chiaia dove viveva la sorella Maria Pia. Costretta due volte dalla malattia a fare ritorno in famiglia, dopo la guarigione entrò tra le Sacramentine dove nel 1876 vestì l’abito religioso e prese il nome di suor Maria Cristina dell’Immacolata Concezione. Di nuovo malata lasciò il monastero e si ritirò come pensionante nel Conservatorio delle Teresiane a Torre del Greco. Da qui tornò a Napoli andando a vivere insieme alla sorella e a altre compagne per poi trasferirsi nel 1884 a Casoria dove avrebbe coronato il sogno di vivere adorando in modo perpetuo l’Eucaristia. Nel 1890 furono poste le basi della nuova congregazione che nel 1903 ottenne l’approvazione di Leone XIII con il nome di Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato. Il 2 novembre dello stesso anno, Maria Cristina emise la professione perpetua. Ammalatasi gravemente morì il 20 gennaio a 50 anni. (Antonio Rungi)
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