Passo indietro. Due mesi fa si veniva a sapere che a Veglie, nel leccese, stanno sperimentando cure per gli ulivi colpiti da disseccamento: un protocollo partito a dicembre e che arriverà a conclusione all’inizio del 2016, guidato da Mario Scortichini, batteriologo romano, direttore del “Centro per la ricerca per la futticultura” di Caserta, specialista che ha già redatto il “Protocollo ufficiale di diagnosi di Xylella” per l’”Organizzazione europea per la protezione delle piante” e che nel 1990 in Georgia (Usa) ha direttamente lavorato sul batterio. I primi risultati a Veglie sono stati decisamente ottimi, ma i primi del maggio scorso lo stesso Scortichini - in un’intervista a Trnews.it – invitava comunque (da scienziato) alla prudenza: "La sperimentazione è all’inizio, aspettiamo i risultati definitivi".
Dopo il taglio a Oria dei quarantacinque ulivi anche secolari dell’altro giorno, l’altro ieri s’era insistentemente sparsa la voce che ieri mattina sarebbe toccato - proprio - agli alberi di Veglie, tant’è che alcuni attivisti salentini avevano deciso di passare la notte presidiando i terreni. Ma con la nuova posizione dell’Unione europea, che finalmente chiederà numeri, dati, prove e spiegazioni, con il neogovernatore Emiliano che preme per realizzare un approccio finalmente scientifico all’affaire Xylella, con i ricorsi d’urgenza presentati dal Comune di Oria e dai proprietari dei terreni sui quali le motoseghe hanno tagliato, chi si assumerà la responsabilità di spedire altri ulivi salentini (anche secolari) a diventare legna da ardere?