venerdì 15 luglio 2011
I giudici amministrativi hanno bocciato la delibera della giunta regionale che aveva introdotto i volontari per la vita nei consultori. Secondo il governatore Cota la loro presenza «avrebbe migliorato il percorso assistenziale di chi vuole abortire». 
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ll Tar del Piemonte ha bocciato il protocollo della Giunta regionale piemontese con il quale il governatore leghista Roberto Cota aveva introdotto i volontari dei movimenti per la vita nei consultori. La sentenza, depositata oggi, afferma che la scelta di Cota è in contrasto con la legge 194.L'introduzione dei volontari pro-vita, nelle intenzioni di Cota mirata al "miglioramento del percorso assistenziale" della donna che intende abortire, aveva visto nel novembre 2010 la formazione di un fronte bipartisan di contrarietà nel Consiglio regionale del Piemonte. Contro il protocollo si eranoschierati infatti anche alcuni esponenti laici del Pdl. Per il consigliere regionale Andrea Stara, che ha promosso il ricorso insieme alle associazioni Activa Donne e Casa delle Donne, è questa "la prima sconfitta dei movimenti per la vita a livello nazionale". "Il Tar - sottolinea Stara - ha annullato proprio quella parte del protocollo che prevede l'introduzione nei consultori solo di quel privato sociale che abbia nel proprio statuto la finalità di tutela della vita fin dal concepimento, inserendo un palese motivo di discriminazione tra le associazioni, oltre che un evidente contrasto con la legge 194, che è tutelata costituzionalmente"."Ma la posta in gioco - aggiunge - andava ben al di là del Protocollo, e lo dimostra il fatto che a presenziare al dibattimento in tribunale l'8 giugno fosse venuto a Torino da Roma l'avvocato Carlo Casini, Presidente del Movimento Pro vita".
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