Incontrerà anche 24 persone agli arresti domiciliari il vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva, nella Visita pastorale che prende l'avvio l'1 dicembre da San Luca. Sono infatti così tanti gli esponenti dei clan che stanno scontando in casa gli arresti o la pena, nel piccolo paese dell'Aspromonte, appena 3.700 abitanti, famoso per i traffici di droga e per la sanguinaria faida tra le famiglie di 'ndrangheta dei Nirta-Strangio e dei Pelle-Vottari. "Voglio incontrare queste persone perché anche loro hanno bisogno di una parola di conforto, di incoraggiamento, un invito a non perdere la speranza", dice il vescovo nella videointervista che pubblichiamo. "La mia è una motivazione pastorale, spirituale.
Il Signore ci ha invitato a venire incontro alle persone più sofferenti, più lontane, ad aiutarle a recuperarsi, a cominciare un cammino di ravvedimento, a convertirsi. C'è speranza per tutti", sottolinea monsignor Oliva. "La Chiesa - ricorda - condanna il peccato ma usa misericordia nei confronti del peccatore", ma "sottolineando sempre che non c'è compatibilità tra la scelta mafiosa, 'ndranghetista e la scelta del Vangelo. Non c'è assolutamente conciliabilità tra queste due realtà. La scelta criminale è una scelta di morte, mentre la scelta cristiana è una