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Il Consiglio dei ministri, dopo poco più di un’ora, ha dato il via libera al decreto Salva-Casa. Un intervento che, secondo il governo, permetterà di sanare piccole difformità degli immobili, da subito però bollato dalle opposizioni come l’ennesimo condono. Nella stessa riunione c'è stato il previsto chiarimento del viceministro Maurizio Leo sul redditometro, una misura fermata ieri attraverso un atto di indirizzo. La linea è quella di riscrivere il provvedimento a più mani, mantenendo comunque lo strumento del redditometro.
Il primo a commentare la notizia del via libera al Salva Casa, non nascondendo la sua soddisfazione definendola una «rivoluzione liberale», è proprio il promotore del testo – il ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini – che parla di promessa mantenuta. «Tra le misure, l'inserimento nel criterio di edilizia libera per vetrate panoramiche amovibili, tende e altre opere di protezione dal sole e dagli agenti atmosferici, l'ampliamento delle tolleranze costruttive ed esecutive, la semplificazione dell'accertamento di conformità eliminando la doppia conformità (che d'ora in poi verrà richiesta solo nei casi più gravi) – sottolinea il vicepremier - e la fine del paradosso del silenzio rigetto, con l'introduzione del silenzio assenso: vale a dire che se l'amministrazione non risponde, entro i termini prestabiliti, l'istanza si considera accettata». Inoltre, prosegue, «viene semplificato inoltre li cambio di destinazione d'uso di singole unità immobiliari nel rispetto delle normative di settore e di eventuali specifiche condizioni comunali. Un decreto di buonsenso che regolarizza piccole difformità, liberando finalmente gli uffici comunali da milioni di pratiche edilizie e restituendo il pieno utilizzo degli immobili ai legittimi proprietari».
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Le misure
Tra le novità principali del decreto, che ora dovrà passare il vaglio del Parlamento, ci sono interventi di edilizia libera in cui rientrano ad esempio vetrate panoramiche e tende da sole, piccole tolleranze esecutive e costruttive (asseverate da un tecnico) realizzate entro una percentuale massima del 5% oppure difformità nell’edificio inteso come minor dimensionamento o irregolarità costruttive di muri interni ed esterni etc. Viene meno la necessità della doppia conformità (che rimane per i casi più gravi) per i casi appunto di difformità minori, infine si supera il silenzio rigetto, introducendo il silenzio assenso (entro i termini o di 30 o di 45 giorni in base alle pratiche). Infine, viene semplificata la procedura per il cambio di destinazione d’uso, ad esempio all’interno della stessa categoria funzionale, il mutamento sulla destinazione d’uso sarà sempre ammesso.
Le reazioni
«L'approvazione da parte del Consiglio dei ministri del decreto sulle semplificazioni edilizie e urbanistiche è una buona notizia. Si tratta di misure di buon senso, che saranno utili ai proprietari di casa e al mercato immobiliare – il commento di Confedilizia - Ora la palla passa al Parlamento, che potrà valutarle ed eventualmente perfezionarle. La diffusione delle bozze del provvedimento ha scacciato i fantasmi - che vedeva solo qualcuno - del fantomatico condono».
«Il piano salva casa di Salvini consentira' la desertificazione abitativa dei centri storici grazie alla norma che prevede la modifica della destinazione d'uso degli immobili nelle zone territoriali omogenee di tipo A, B e C – è la preoccupazione del deputato di Avs Angelo Bonelli - In questo modo, gli immobili dei centri storici si trasformeranno definitivamente in residenze turistiche, commerciali e uffici, senza rispettare nemmeno gli standard urbanistici previsti. Questo aumenta il rischio della gentrificazione dei centri storici, con cambi di destinazione d'uso anche dal residenziale e la sempre maggiore impossibilità di accesso alla casa».