È stato fermato a Milano Luca
Priolo, l'ex compagno di Giordana Di Stefano, la mamma ventenne
uccisa a Nicolosi, in provincia di Catania. L'uomo, ventiquattro anni, stava cercando di fuggire all'estero quando è stato bloccato nella
stazione di Milano Centrale. I militari dell'Arma hanno così
potuto eseguire il fermo per omicidio volontario aggravato
emesso dal procuratore di Catania Michelangelo Patanè e dal
sostituto Alessandro Sorrentino.
Il 3 ottobre 2013, Giordana Di Stefano aveva presentato
contro di lui una denuncia per stalking: Priolo la perseguitava
con messaggi, chiamate e pedinamenti perché non accettava che
lei avesse altre relazioni sentimentali. Poi però, secondo
quanto si apprende dai familiari e dagli amici, la giovane, mamma di una bimba di quattro anni, si era disinteressata della vicenda. La procura, invece, era andata avanti con la richiesta di rinvio a giudizio e proprio ieri si sarebbe dovuto tenere l'udienza preliminare.Martedì notte la giovane aveva acconsentito a incontrare l'ex compagno, in presenza di un cugino. Il colloquio verteva sulla denuncia per stalking: Priolo le chiedeva di ritirarla. Solo così avrebbe ottenuto il posto di lavoro di guardia giurata. Alla fine la ragazza si era convinta a restare sola con lui, il cugino se ne è andato. E infine il tragico epilogo: la ragazza è stata
assassinata con diverse coltellate alla gola, al torace e
all'addome. Il cadavere è stato ritrovato
nella sua auto, un'Audi A2 a pochi passi da casa. Giordana era figlia di una coppia separata e cinque anni fa era rimasta incinta. Aveva lasciato la scuola per dedicarsi alla figlia Asia e nel tempo libero frequentava corsi di danza classica e spagnola.In una conferenza stampa che si è svolta questa mattina a Catania, il procuratore Michelangelo Patané ha spiegato che si è trattato di un delitto imprevedibile, che nulla lasciava presagire l'intento omicidio di Priolo. Il giovane ha colpito Asia, poi è tornato a casa, si è cambiato d'abito e ha preso l'auto della madre. E' stato fermato grazie a un sms inviato al padre dal cellulare di un passante e intercettato dai carabinieri, che poco prima avevano ricevuto su whatsup la sua foto segnaletica. "Sono nei guai, aiutatemi e mandatemi dei soldi", aveva scritto dalla stazione di Milano, dove è stato catturato. Probabilmente voleva fuggire all'estero.