giovedì 6 settembre 2018
In primavera un cantiere per alzare due chilometri di rive, mettendo al riparo basiliche e palazzi
Acqua alta in piazza San Marco a Venezia (Ansa)

Acqua alta in piazza San Marco a Venezia (Ansa)

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Il Mose, il sistema delle dighe mobili, un costo di 5,5 miliardi, forse addirittura 6, non sarà pronto prima del 2021. E, in ogni caso, non eviterà a Piazza San Marco di trasformarsi in una piccola laguna quando la marea supererà gli 80 cm sul medio mare; le dighe, infatti, scattano solo dai 110 cm in su. Se di Mose si discute dal 1988, della difesa della piazza più bella del mondo addirittura da prima. Ma finalmente arriva una soluzione. In primavera si materializzerà un cantiere da circa 30 milioni di euro per alzare due chilometri di rive, mettendo al riparo 12 ettari di basiliche e palazzi, e per pulire i 'gatoli', la rete di cunicoli in muratura che sono gli scarichi della città, la cui origine risale al Cinquecento e quindi sono obsoleti.

Il progetto preliminare è in fase di ultimazione, lo stanno perfezionando lo Iuav e l’Università di Padova, mentre i lavori sono affidati alle società Tethis e Kostruttiva. Già più di 20 anni fa era stata rialzata la piazzetta di San Marco, che dà direttamente sul bacino. Adesso si provvederà all’interno: da Calle de l’Ascension fino al ponte della Canonica, dal Bacino Orseolo a Calle Larga San Marco. Non mancheranno le difficoltà, perché il rialzo della riva non è possibile dappertutto: per riparare il sottoportico di Palazzo Ducale occorrerà probabilmente installare delle paratoie sotto il ponte della Paglia. Ma più delicato ancora sarà metter mano alla rete fognaria; alle condotte, vecchie e nuove, bisognerà applicare delle valvole che impediscano l’entrata dell’acqua.

Il 2 marzo di quest’anno, in occasione di un’alta marea, ben quattro cefali ed altre decine di pesci comparvero in piazza, usciti dai tombini. Si tratterà poi di raddoppiare le condotte per separare le acque bianche da quelle nere. Per evitare che il cantiere disturbi i circa 20 milioni di turisti che ogni anno arrivano a Venezia e che per la gran parte si riversano su San Marco, i lavori procederanno a 10 metri quadri per volta. L’acqua alta arriva anche fuori stagione, come quella di una settimana fa, che ha raggiunto una massima di 95 cm e che, pertanto, ha allagato il 3 per cento di tutta la città. Secondo uno studio dell’Istituto Ispra, l’innalzamento del mare e lo sprofondamento del terreno fanno sì che l’acqua stia salendo di 5,6 millimetri l’anno. Piazza San Marco è proprio il punto più basso di Venezia, che va sotto acqua almeno una dozzina di volte l’anno. Sotto quota 110 cm, là dove scattano le dighe mobili, si trova il 12% del capoluogo lagunare.

Intanto i cantieri del Mose sono sostanzialmente fermi, in attesa delle verifiche governative. Sulle piattaforme posate sott’acqua avanza la corrosione. Ci si interroga sui primi collaudi. Il ministro Danilo Toninelli ha manifestato perplessità, ma il sindaco Ferruccio Brugnaro ha sottolineato che l’opera deve comunque andare avanti. Il 12 settembre il Provveditorato alle Opere pubbliche ha convocato una conferenza di servizi che dovrà pronunciarsi sulla proposta del Comune di collocarvi la struttura di deposito e il cantiere delle paratoie del Mose. Intanto il presidente del Veneto Luca Zaia ha messo le mani avanti: la gestione delle dighe costerà tra gli 80 ed i 100 milioni l’anno: dovrà farsene carico lo Stato.

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