Per il Patriarca di Venezia non ci sono dubbi: un papà e una mamma sono irrinunciabili, anche solo come terminologia. Francesco Moraglia lo ha sottolineato, in forma pacata ma ferma, rispondendo a chi gli chiedeva una riflessione sul dibattito di questi giorni a Venezia. «Penso alla modifica dei bandi per l’assegnazione di case pubbliche o per l’accesso alle scuole – ha proposto Camilla Seibizzi, consigliere comunale e delegata ai diritti civili e alle politiche contro le discriminazioni – dove si deve indicare il nome della madre e del padre del bambino, e non semplicemente dei genitori o del genitore». «Fondamentale è non porre discriminazioni e che ci sia rispetto per tutte le persone. Ma il fatto che ciascuno di noi abbia un papà e una mamma – ha puntualizzato il Patriarca Moraglia – è un dato che precede qualsiasi scelta politica e culturale. E, al tempo stesso, in questo momento di difficoltà, è importante ritrovarsi attorno ad elementi di coesione sociale, tra i quali centrale è la famiglia». Moraglia ha scelto un luogo significativo, la Casa dell’Ospitalità di Mestre, dov’era in visita, per pronunciarsi. E per affermare, in particolareche il punto di partenza è «non discriminare chi ha una cultura diversa dalla nostra e chi ha situazioni esistenziali diverse dalle nostre». «Penso però – ha concluso il patriarca – che la famiglia sia l’elemento di forza su cui la nostra società può cambiare, ristrutturarsi e crescere. La famiglia, perciò, deve essere un cardine amato da tutti, in relazione al quale c’è un dato di fondo: che ognuno di noi ha un suo papà e una sua mamma. Siamo quindi legati a questo dato che precede qualsiasi scelta politica e culturale e che credo sia uno degli elementi su cui costruire la coesione necessaria perché la nostra società vada avanti, senza battaglie ideologiche e senza recriminazioni».