Scarichi ospedalieri direttamente in fogna, rifiuti speciali sanitari pericolosi a rischio infettivo ammassati in modo irregolare, siringhe e garze usate in mezzo ai rifiuti solidi urbani, emissioni in atmosfera non autorizzate. È la scandalosa situazione che i carabinieri del Noe di Caserta hanno trovato in due grandi ospedali della provincia, il Moscati di Aversa e quello di Marcianise. Non solo "terra dei fuochi", dunque, non solo discariche illegali. «Abbiamo scoperto una gestione decisamente allegra di rifiuti regolamentati da norme molto severe perché la loro pericolosità è potenzialmente molto elevata, anche più di quelli industriali», ci spiega il comandante del Noe casertano, maggiore Marco Ciervo.Sono stati accertati svariati illeciti penali. «Si tratta – aggiunge l’ufficiale – della prima applicazione nel nostro territorio della legge 68 dello scorso maggio, i cosiddetti "ecoreati", una norma molto utile, che sta funzionando». E non solo per colpire gli inquinatori. «I responsabili, come prevede la nuova legge, hanno ora 120 giorni di tempo per sanare le violazioni – dice ancora il comandante –. Ed è molto importante perché qui sono in ballo la tutela dell’ambiente e della salute». Dovranno, quindi, mettere a norma gli scarichi e smaltire regolarmente i rifiuti, bonificando la aree dove erano depositati. Siamo comunque solo all’inizio, dopo i primi due ospedali i controlli proseguiranno negli altri nosocomi della provincia. E le previsioni sono di trovare altre irregolarità. Sperando però che questo primo "colpo" spinga a mettersi in regola.Ma vediamo cosa hanno trovato i carabinieri nei due primi ospedali controllati. Nel Moscati di Aversa hanno accertato «lo scarico, non autorizzato, di acque reflue provenienti dai reparti e dai laboratori di analisi, direttamente nella rete fognaria e non trattate perché il depuratore, pur esistente, risulta da anni non funzionante e versa in completo stato di abbandono». Da quanto? «Da tempo immemorabile», ci risponde il maggiore. Nell’ospedale di Marcianise la situazione era analoga, ma addirittura lì il depuratore non era mai stato costruito. Scaricavano, entrambi gli ospedali, «pur essendo consapevoli di non poter avere l’autorizzazione». Entro 120 giorni Aversa dovrà rimettere in funzione il depuratore o raccogliere gli scarichi per poi farli smaltire in impianti esterni autorizzati, così come dovrà fare Marcianise.Altra irregolarità da sanare sono le emissioni in atmosfera degli impianti termici risultate senza alcuna autorizzazione. E ancora peggio la situazione dei rifiuti. Ad Aversa i carabinieri hanno, infatti, accertato la presenza in un locale «carente dal punto di vista igienico sanitario», di rifiuti speciali sanitari pericolosi a rischio infettivo «privi delle previste indicazioni di provenienza (cioè dal reparto in cui il rifiuto è stato prodotto) ed in quantità superiori ai limiti». Proprio per la loro alta pericolosità questo tipo di rifiuti per quantità superiori ai 20 metri cubi devono essere smaltiti entro 5 giorni. «E lì erano molto di più», commenta l’ufficiale. A Marcianise la situazione era analoga. «Né registrati né contrassegnati». Ma nel primo ospedale, e questo è ancora più grave, sono stati trovati questi rifiuti pericolosi a rischio infettivo, mischiati a quelli solidi urbani. Siringhe e garze usate tra la
monnezza che sarebbe andata negli impianti di smaltimento ordinari e non in quelli specializzati.