A Venezia una folla di cittadini ha salutato la salma
della studentessa 28enne, sfilando davanti alla bara di legno
chiaro posta nell'androne di Cà Farsetti, sede del municipio.
Un pellegrinaggio che proseguirà anche oggi, fino alle 19.
Poi martedì vi saranno i funerali laici, in piazza San Marco, ai
quali sarà presente il Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
Il primo ad arrivare alla camera ardente è stato il sindaco
Luigi Brugnaro, poi il patriarca, Francesco Moraglia, e via via
una fila ininterrotta di semplici cittadini, venuti a ricordare
questa figlia speciale di Venezia. "La Chiesa, che è in
Venezia, ti porta nella sua preghiera con grande affetto e
tenerezza. Rimarrai nel nostro ricordo come una ragazza semplice
volitiva, intelligente, generosa", è il messaggio lasciato da
Moraglia nel libro delle presenze. Oggi l'omaggio del presidente della Camera Laura Boldrini e del premier Matteo Renzi. "Grazie alla famiglia di ValeriaSolesin, un esempio di forza e di dignità". È il messaggio pubblicato su Twitter dal premier dopo la visita alla camera ardente.Accanto alla bara, con un
cenno del capo, una stretta di mano per tutti, i genitori di
Valeria, Luciana Milani e Alberto Solesin. "Non sono una persona
capace di odiare. È inutile ragionare su come sono andate le
cose. Io non ho voluto sapere" ha detto Alberto Solesin,
sottolineando che la figlia "aveva ben presente e molto alto il
senso della giustizia". Poi il gesto di apertura: "il funerale -
ha concluso - sarà una cerimonia civile, una benedizione a me va
benissimo, ma se un Imam vuole esprimersi per me va bene lo
stesso, perché parlare di gente di ogni credo significa credere
in valori che non sono divisi".
La svolta sulla morte della ragazza. Tutto si era già compiuto dentro
al Bataclan, nelle prime raffiche di kalashnikov dei
terroristi. Per Valeria Solesin non si poteva fare più niente
quando le teste di cuoio francesi, con il blitz, hanno liberato
gli ostaggi. Andrea Ravagnani, il fidanzato della studentessa
veneziana, non aveva mai lasciato la sua Valeria: è spirata tra
le sue braccia, senza che lui se ne rendesse conto, mentre con
la sorella e il fidanzato di questa si fingeva morto sul
pavimento del teatro parigino, per evitare i colpi di grazia
degli jihadisti.
Mentre si attendono i funerali laici di martedì, in piazza
San Marco, e centinaia di veneziani sono sfilati ieri nella
camera ardente allestita in Comune, la fotografia della
strage di Parigi, degli ultimi istanti dell'unica vittima
italiana, è uscita a dieci giorni di distanza dalla notte di
terrore di venerdì 13 novembre.
L'hanno ricostruita, con pazienza e rispetto, i Carabinieri
di Venezia, che ieri hanno ascoltato per la prima volta il
racconto di Andrea Ravagnani, della sorella Chiara, e del suo
fidanzato, Stefano Peretti. Non era vero, come era stato
ricostruito nell'immediatezza, che Valeria e i tre amici si
fossero persi di vista all'inizio, che nessuno sapesse cosa le
era successo. Per sopravvivere al dolore Andrea aveva forse
rimosso, nell'inconscio sperava davvero che ci fosse una
possibilità di trovare la compagna in vita. Non era così.
Valeria è rimasta vittima di una delle prima raffiche sparate
dagli attentatori, esplose da un ballatoio del Bataclan. Valeria è stata raggiunta da due colpi, sparati dall'alto: uno all'emifaccia
sinistra, l'altro alla spalla sinistra, fatale perché ha leso un
polmone. La ragazza è spirata per dissanguamento. L'esatta
dinamica della morte è comunque racchiusa nei risultati dell'autopsia fatta dalle autorità parigine, che verrà trasmessa alle
Procure di Roma e Venezia.