sabato 29 giugno 2013
​Contrordine: scuole chiuse il Giovedì Santo. Delibera lampo firmata dal presidente Cota e dall'assessore Cirio: «Rispettiamo le sensibilità del mondo cattolico, condividendone le osservazioni di merito». Anche Lazio e Sicilia avevano annunciato la decisione di modificare il calendario scolastico.
IL DIRETTORE RISPONDE Scuola, il Lazio spezza il Triduo?  (26/6/2013)
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Niente Giovedì Santo sui banchi di scuola in Piemonte. Ieri è arrivato il dietrofront della Regione, che con una delibera fulminea ha modificato il precedente calendario scolastico. Così, la giunta guidata dal leghista Roberto Cota si allinea alla scelta del ripensamento, già operata anche dal Lazio del presidente Nicola Zingaretti e da quello della Sicilia Rosario Crocetta, entrambi del Pd. Si tratta di un giorno in meno di scuola. Ma non importa, il giorno aggiuntivo di vacanza, quello del prossimo 17 aprile, non verrà recuperato. Così dai previsti 206 giorni di lezione per il prossimo anno scolastico, si passerà a 205.A sollevare la questione, sulle pagine di «Avvenire», era stato nei giorni scorsi il professore Salvatore Senese, docente a Cassino (Fr). Alcune Regioni avevano infatti deciso di abolire il Giovedì Santo come festività scolastica. Tra le regioni che avevano annunciato lo strappo, Lazio e Piemonte, appunto, ma anche la Valle d’Aosta. Mentre in Sicilia, dove già quest’anno i ragazzi sono andati a scuola fino al Venerdì Santo, erano in corso valutazioni per il prossimo anno. Di queste, l’unica che non ha fatto retromarcia è per ora la regione dell’estremo Nordovest, guidata da Augusto Rollandin dell’Union Valdotaine. Dove si ribadisce: ormai il calendario è fatto e non si tornerà indietro. Di tono decisamente diverso la posizione del Piemonte. «Rispettando le sensibilità del mondo cattolico e condividendone le osservazioni di merito, abbiamo ritenuto opportuno modificare il calendario scolastico per quanto riguarda il periodo pasquale, reinserendo il giovedì come giorno di vacanza». Questa la nota pubblicata ieri a firma del governatore Cota e dell’assessore all’istruzione Alberto Cirio.La Regione, d’altra parte, si era detta disponibile a rivedere il calendario se fossero arrivate richieste in tal senso da parte del mondo cattolico. Calendario che, a dire il vero, era stato ampiamente condiviso anche dagli istituti cattolici. Infatti era stato votato all’unanimità dalla conferenza regionale per il diritto allo studio. Inoltre, le scuole che desideravano comunque mantenere "integra" la settimana santa avrebbero ugualmente potuto farlo, utilizzando uno dei due giorni di vacanza di cui ogni scuola dispone, in base all’autonomia. La Fidae, la federazione delle scuole cattoliche, non aveva avuto nulla da ridire sul vecchio calendario. La scelta, era stato spiegato, sarebbe stata sollecitata da alcuni Comuni che, per la vicinanza di troppi giorni festivi, in prossimità del 25 aprile, avevano paventato problemi organizzativi. Ma ora il problema è superato. «Appoggiamo la nuova scelta della Regione anche se – ribadisce suor Anna Maria Cia, presidente della Fidae - non avevamo nulla in contrario. Ora la delibera fuga ogni possibile strumentalizzazione di parte».
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