martedì 11 settembre 2012
Una ricerca dell'università di Padova mette in luce le differenze nell'uso del linguaggio nei casi di cronaca. Se l'aggressore è uno streniero, nel 65% dei casi i giornali parlano di comportamenti "bestiali" o "selvaggi".
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I media usano un linguaggio che alimenta la paura dell'emigrazione? Secondo una ricerca dell'Università di Padova, se l'aggressore è un emigrato la cronaca nera utilizza nel 65% dei casi parole legate all'animalità, come "il selvaggio" o "la bestia", mentre se è italiano il 66,7% delle volte le metafore sono legate all'esplosività della sua azione come "la lite è scoppiata" o "è esplosa".Il tema sarà affrontato venerdì 14 settembre nell'Archivio Antico di Palazzo del Bo nel corso del convegno 'Immigrazione, paura del crimine e i media: ruoli e responsabilita". La ricerca, sostenuta dalla Fondazione Cariparo e guidata da Jeroen Vaes del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione, ha indagato le modalità con cui i media formano le percezioni delle persone sugli immigrati e sulla sicurezza delle città in cui vivono.Dagli studi effettuati emerge ad esempio come una larga fetta dell'opinione pubblica italiana sovrastimi - anche del 20% - la presenza di stranieri sul territorio, e associ automaticamente a questa presenza un pericolo per la sicurezza pubblica dovuto ad attività criminali e terroristiche da parte degli immigrati.Secondo i ricercatori questo allarme è ingiustificato dal punto di vista dei fatti, ed è correlato al modo con cui i media italiani "raccontano" l'immigrazione. Il linguaggio utilizzato nelle cronache da giornali e televisioni - spiegano i ricercatori - sarebbe caratterizzato da errori sistematici e rappresentazioni fuorvianti che creano pregiudizi e stereotipi nei confronti di chi arriva nel nostro Paese. Al progetto di ricerca hanno collaborato anche studiosi dello IUAV di Venezia e dell'Università degli Studi di Trieste.
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