sabato 27 giugno 2015
Si teme una procedura d'infrazione sulla scelta di consegnare a giorni alterni la corrispondenza. Il nodo-giornali sul tavolo del governo. Le preoccupazioni degli editori. Preto (Agcom): «Scelta contraria al diritto dell’Ue»
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Un’ipoteca grava sul via libera dell’Agcom al piano di Poste Italiane di introdurre la consegna della corrispondenza a giorni alterni e aumentare le tariffe; tuttavia, per Francesco Caio il via libera è più che sufficiente per annunciare lo sbarco in Borsa. Se è vero che il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nella serata di giovedì ha concluso la sua istruttoria dando un parere favorevole, il voto contrario del commissario Antonio Preto ha sollevato il velo sulla debolezza giuridica delle nuove misure e gli appelli a ripensarci sono già partiti: «La delibera dell’Agcom che autorizza Poste Italiane a consegnare la corrispondenza a giorni alterni al 25% della popolazione è conforme al diritto europeo? Governo e Parlamento dovranno avviare una riflessione, perché si è andati molto oltre lo spirito della legge di stabilità» dice il viceministro alla Giustizia Enrico Costa. Sulla stessa linea esponenti del Pd (Giovanni Burtone) e di Forza Italia (Renata Polverini). Si teme dunque la procedura d’infrazione. D’altronde, se il piano Caio non sarà mediato dal governo o bloccato dall’Europa, un quarto dei cittadini saranno progressivamente tagliati fuori da un servizio pubblico che viene tuttora finanziato dallo Stato. L’unica tutela imposta giovedì dall’Agcom sono i 'criteri' che dovranno essere rispettati nell’individuare i Comuni interessati dalla consegna a giorni alterni, che sarà attuata gradualmente tra il primo ottobre 2015 e il febbraio 2017 (partendo dallo 0,6% per arrivare al 25% della popolazione) e seguirà lo schema lunedì-mercoledìvenerdì- martedì-giovedì. L’Authority si è riservata la possibilità di rivedere tutto (tariffe comprese) in caso di degrado 'non occasionale' della qualità dei servizi, ma l’architettura del piano rende difficili i controlli.  Gli editori sono preoccupati: «È necessario che il confronto, richiesto dalla stessa Autorità nella decisione di ieri, tra editori, Poste italiane e Governo – ha dichiarato il presidente della Fieg Maurizio Costa – affronti e risolva in maniera tempestiva e realmente efficace il problema della consegna dei giornali quotidiani e periodici». L’Agcom aveva ricevuto in audizione la Fieg e la Fisc (che è intervenuta giovedì sera con il presidente Francesco Zanotti, stigmatizzando il voto favorevole) e, tra le aziende la Nuova Editoriale Italiana (editrice di Avvenire), e giovedì ha comunicato di aver richiesto a Poste Italiane una «proposta specifica e migliorativa » per evitare che la consegna Antonio Preto a giorni alterni vada a impattare sul diritto all’informazione. Questa proposta sarà trattata nell’ambito di un tavolo con Mise e Dipartimento per l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nell’attesa, Costa sottolinea che «deroghe al principio della direttiva europea sul mercato dei servizi postali dell’ampiezza di quella che Agcom ha concesso a Poste Italiane, che investe il 25% della popolazione italiana, non sono mai state concesse» e «in molti degli oltre 5mila comuni interessati il recapito postale costituisce l’unico mezzo di accesso alla stampa». La Commissione europea è già stata sollecitata a occuparsi del caso italiano da un’interrogazione presentata dal Vice Presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Altro argomento controverso sono le tariffe postali: dal 1 ottobre Poste italiane praticherà, per il servizio di posta ordinaria un prezzo di 0,95 euro a invio, che garantirà la consegna entro il quarto giorno lavorativo; dal primo ottobre 2016 nascerà invece un nuovo servizio di posta prioritaria 'tracciabile' che garantirà la consegna entro il primo giorno lavorativo ad un prezzo che l’Agcom auspica «equo e ragionevole». Formule generiche, che non impensieriscono Poste Italiane. Commentando il via libera, ieri, l’amministratore delegato ha parlato di «primo positivo riscontro da possibili investitori internazionali». Si corre insomma verso la privatizzazione del 40% (4 miliardi) della società postale: «L’Ipo è assolutamente confermata per quest’anno» ha detto Caio a Il Sole 24 Ore, annunciando il deposito del prospetto in Consob «per fine luglio o inizio agosto». 
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