giovedì 13 novembre 2008
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Dall'incidente che la gettò in coma prima, in stato vegetativo poi, alla lunga e ostinata battaglia legale del padre: ecco le tappe che hanno segnato la vicenda di Eluana Englaro. 18 gennaio 1992 - Dopo un incidente d'auto, Eluana, 20 anni, cade in uno stato vegetativo permanente. Ricoverata a Lecco, è alimentata con un sondino. La ragazza respira autonomamente pur senza coscienza, a causa della corteccia cerebrale necrotizzata. 1993 - Dopo un anno, la regione superiore del cervello di Eluana è andata incontro a una degenerazione definitiva. I medici non lasciano alcuna speranza di ripresa. 1994 - Eluana entra nella casa di cura di Lecco Beato L. Talamoni, delle suore Misericordine. Deve essere alimentata con un sondino nasogastrico e idratata. Le suore l'assistono con amore. Ogni giorno sistemano Eluana su una sedia a rotelle e la portano a fare un giro nel giardino. 1999 - Beppino Englaro chiede al tribunale di Lecco di poter rifiutare l'alimentazione artificiale della figlia. Ma i giudici dicono no. 2000 - Beppino si rivolge anche al presidente Ciampi, e dice che Eluana aveva detto che non avrebbe mai accettato di vivere in quelle condizioni. 2003 - Viene ripresentata la richiesta di lasciar morire Eluana, ma tribunale e Corte d'Appello la respingono. E così accadrà ancora nel 2006. 2005 - il 20 aprile la Cassazione avalla la decisione dei giudici milanesi presa nel 2003, ma apre uno spiraglio alla richiesta del padre, ritenendo che la stessa non poteva essere accolta perchè, tra l'altro, mancavano "specifiche risultanze" sulle reali volontà della ragazza. 16 ottobre 2007 - La Cassazione rinvia di nuovo la decisione alla Corte d'Appello di Milano, sostenendo che il giudice può autorizzare l'interruzione in presenza di due circostanze concorrenti: lo stato vegetativo irreversibile del paziente e l'accertamento che questi, se cosciente, non avrebbe prestato il suo consenso alla continuazione del trattamento. 9 luglio 2008 - La Corte d'appello di Milano riesamina la vicenda e autorizza la sospensione dell'alimentazione. 10 luglio 2008 - il quotidiano Avvenire parla di 'pena di morte', di una "mostruosità", riferendosi alla sentenza di Milano, di fronte alla quale "non ci si può rassegnare all'inchino". 14 luglio 2008 - Giuliano Ferrara, direttore de il Foglio, promuove, assieme al Movimento per la Vita, l'iniziativa di deporre sul sagrato del duomo di Milano bottiglie di acqua per protestare contro una sentenza che condanna Eluana a morire di fame e di sete. Bottiglie d'acqua anche davanti al Campidoglio, a Roma. 16 luglio 2008 - Camera e Senato sollevano un conflitto di attribuzione contro la Cassazione, il caso finisce in Corte Costituzionale. E scoppiano le polemiche. Il comitato 'Scienza e Vita' lancia un appello contro la sospensione delle cure, cui aderiscono parlamentari e cittadini, Famiglia Cristiana, 25 neurologi, il quotidiano Avvenire. Intervengono anche le suore che si occupano della donna. 3 settembre 2008- La famiglia chiede alla Regione Lombardia di indicare una struttura dove eseguire quanto stabilito dalla Corte d'Appello, cioè interrompere definitivamente l'alimentazione artificiale e l'idratazione. Ma la Regione dice no. 8 ottobre 2008 - La Corte Costituzionale dà ragione a Cassazione e Corte d'Appello (che avevano stabilito le condizioni per l'interruzione dell'alimentazione). 11 ottobre 2008 - Le condizioni di Eluana si aggravano a causa di un'emorragia interna. 10 novembre 2008 - Il sottosegretario alla sanità Eugenia Roccella lancia un appello alla Cassazione: "Ci ripensi, perchè sarebbe la prima volta in Italia che qualcuno muore, tra l'altro di fame e di sete e con un'agonia di almeno 15 giorni, per effetto di una sentenza". 11 novembre 2008 - Il card. Javier Lopez Barragan, dichiara che sospendere l'idratazione e l'alimentazione in un paziente in stato vegetativo è "una mostruosità disumana e un assassinio".
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