Minori in strada - Ansa
Prima gli ha gridato: “Hai fatto la spia”. Poi l’ha accoltellato. L’ennesima aggressione tra minori, con un coltello, è andata in scena alle 8 di lunedì mattina nel cortile della scuola di Santa Maria delle Mole, alle porte di Roma. Protagonista una ragazzina di 12 anni, che non ha esitato a colpire il compagno di classe. Poi è scappata e ha chiamato lei stessa i carabinieri. Subito si è scatenato il panico nell’istituto: sono intervenuti il preside e il personale della scuola per soccorrere il ragazzo, che ha riportato lievi ferite a una mano e al petto. Portato all'ospedale pediatrico Bambini Gesù di Roma, non è in gravi condizioni.
Da una prima ricostruzione sembra che a scatenare l'aggressione siano stati normali screzi scolastici tra i due ragazzi. La dodicenne ha utilizzato un coltello da cucina che aveva prelevato a casa, prima di andare a scuola: è stato ritrovato dai carabinieri nel cortile. Una vicenda preoccupante, soprattutto perché inserita in una striscia sempre più lunga di episodi violenti che vedono i giovanissimi macchiarsi di reati commessi con l’uso di un coltello. "I fatti che stanno accadendo negli ultimi tempi, sia nelle scuole sia al di là degli istituti scolastici, e che coinvolgono i giovani, sta a indicare la necessità di una scuola sempre più attiva e attenta, vista la mancanza di un adeguato sistema educativo da parte delle famiglie" dice il presidente dell'Associazione nazionale presidi di Roma, Mario Rusconi. "La scuola è caricata di un peso molto forte che dovrà condividere con equipe psicologiche del territorio presso le Asl - aggiunge - Fermo restando che la scuola stessa organizza corsi per gli studenti contro l'aggressività e il bullismo che non sempre, evidentemente, raggiungono il loro obiettivo".
Sul caso interviene anche DirigentiScuola: "L'episodio di accoltellamento tra ragazzi nella scuola di Roma è inaccettabile e fallimentare, come quello accaduto poco tempo fa dopo la proiezione del film 'Il ragazzo dai pantaloni rosa'. Ci sentiamo costretti a riflettere sul ruolo educativo delle istituzioni scolastiche e sulla direzione verso cui stiamo andando. È evidente che la scuola italiana sta affrontando una crisi di valori e di riferimenti, incapace di promuovere modelli positivi che contrastino la crescente cultura della violenza. La scuola, che dovrebbe essere un luogo di apprendimento e di educazione, sembra aver smarrito i suoi tradizionali orientamenti. In questo contesto, ci chiediamo quale sia il compito del Ministero dell'Istruzione, che spesso sembra imporre alle scuole richieste e pratiche lontane dal suo specifico. È fondamentale che ci si possa concentrare su attività che promuovano il benessere degli studenti, l'educazione civica e la gestione dei conflitti, anziché essere sopraffatti da compiti disallineati con il loro obiettivo primario".