martedì 8 febbraio 2011
Con internet si evita il confronto diretto. Via di fuga per chi non lega coi coetanei. Nella Giornata mondiale della sicurezza di chi naviga in rete presentato il progetto europeo «Eu kids on-line. Oltre 25mila studenti intervistati e altrettanti genitori.
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Per un quarto dei ragazzi italiani dagli 11 ai 16 anni è più facile essere se stessi su internet piuttosto che di persona. Il dato sconcertante che dovrebbe indurre a riflettere genitori ed educatori emerge dal progetto europeo "Eu kds on-line II" che ha raccolto le interviste di un campione di oltre 25mila studenti e altrettanti genitori. In occasione della giornata mondiale della sicurezza on-line cerchiamo di capire come viene percepita e utilizzata la rete dai più giovani e quali sono i pericoli a cui sono esposti. In base alla ricerca emerge che i ragazzi italiani usano internet per svolgere attività utili e divertenti, allacciare nuovi legami di amicizia e di intimità o coltivare quelli vecchi. Un terzo di loro riesce a parlare di più cose su internet rispetto a quando si trovano con qualcuno di persona. Mentre il 19% parla on-line di cose private che non condivide di persona con altri. Internet un pericoloso surrogato dei rapporti personali diretti? Secondo la ricerca non è così. Per "Eu kids on-line" opportunità e rischi della rete sono fortemente connessi. Perciò quello che può essere divertente per qualcuno può risultare rischioso per un altro. Bisogna considerare che sperimentare ed esprimere la propria personalità è un po’ l’essenza dell’adolescenza. Dunque i ragazzi che dicono che è "abbastanza vero" che è più facile esprimere se stessi on-line (20%) potrebbero semplicemente sfruttare le opportunità offerte dalla rete. Magari perché discutere di questioni personali on-line è meno imbarazzante. È invece fonte di qualche preoccupazione il fatto che per il 5% dei ragazzi italiani è "molto vero" che è più facile essere se stessi on-line. La risposta potrebbe essere che hanno qualche problema nelle relazioni interpersonali faccia a faccia oppure perché passano molto, troppo tempo al computer. In base alla ricerca emerge che non tutti hanno buoni rapporti con i coetanei. Così l’11% non si sente ben accettato, mentre il 38% solo in parte (dichiarando un "abbastanza"). Sono i ragazzi che hanno maggiori difficoltà relazionali a sentirsi più se stessi on-line. Proprio per questo secondo gli esperti questi soggetti sembrano essere i più vulnerabili e quindi più esposti a pratiche rischiose. In effetti il 57% di coloro secondo cui è più facile essere se stessi on-line che di persona ha cercato negli ultimi dodici mesi nuovi amici in rete, il 40% ha aggiunto alla lista degli amici o dei contatti persone mai incontrate off-line, il 16% ha inviato informazioni personali a persone che non ha mai visto, il 14% ha finto di essere un’altra persona e il 16% è stato in contatto su internet con persone mai incontrate off-line. Dunque secondo gli esperti è importante discutere dei rischi delle relazioni on-line soprattutto con i ragazzi che hanno problemi con i propri coetanei. Detto questo, resta il fatto che i ragazzi, per la maggior parte, hanno relazioni positive, si sentono più liberi di esprimere se stessi on-line, ma evitano a esporsi a situazioni o rapporti di comunicazione rischiosi su internet. L’82% dei ragazzi italiani è in contatto su internet con persone che ha conosciuto off-line, il 43% comunica on-line con "amici di amici", mentre solo il 16% è entrato in contatto con persone mai incontrate off-line. La percentuale dei ragazzi che hanno un profilo in un sito di social network e che sono in contatto con "sconosciuti" è del 10%. Il 35% dei ragazzi che usano i siti di "social network" ha un profilo pubblico, ma solo il 16% pubblica nel profilo il proprio indirizzo o numero di telefono e solo il 20% dichiara un’età diversa on-line. Il consiglio dei ricercatori per i ragazzi è molto semplice: mano sul mouse e piedi per terra. Perché con le vite virtuali si mette in gioco la propria vita.
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