giovedì 21 dicembre 2023
Un anno fa Emergency varava la Life Support, nave per la ricerca e il salvataggio. Un percorso virtuale racconta le 15 missioni in quel Mediterraneo che in 10 anni ha ucciso almeno 22 mila migranti
Le barche usate sono totalmente inadatte ad attraversare il Mediterraneo

Le barche usate sono totalmente inadatte ad attraversare il Mediterraneo - © Giorgio Dirindin

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Flussi, numeri, quote, statistiche. Poi ci sono le persone. Come le 1.219 - di cui 846 uomini, 101 donne, 216 minori non accompagnati e 56 con familiari - che da dicembre 2023 la Life Support, la nave di 51 metri bianca e rossa di Emergency, ha tenacemente strappato alle onde, al mare buio della notte, al sole che disidrata e stordisce, ai complici dei trafficanti. Storie raccontate per immagini nella mostra «Come onde del mare. Incontri senza confini» inaugurata ieri sera all'Auditorium Parco della musica di Roma, organizzata dalla ong, fondata da Gino Strada, che il prossimo anno compie 30 anni. Un percorso immersivo di foto - e molto altro - per capire cosa significa davvero fare ricerca e soccorso in mare.

Il gommone ritorna alla nave madre

Il gommone ritorna alla nave madre - © Dario Bosio

Il racconto per immagini dell'attività di Emergency - e delle ong che salvano i migranti in mare - che vuole offrire una visione reale, depurata dalle narrazioni distorte. La propaganda politica che criminalizza chi invece, come ha detto Papa Francesco tre giorni fa ricevendo Mediterranea Saving Humans, «va in mare a salvare i poveretti che fuggono dalla schiavitù dell’Africa, fanno un bel lavoro, salvano tanta gente». Perché chi come lo staff della Life Support attraversa il mare d'estate e d'inverno, di giorno e di notte, non si occupa di migrazioni, ma pensa solo a salvare la vita a donne, bambini e uomini che affrontano in 50 il mare, su barchette inadatte a una gita estiva in cinque.

La prima visita medica spesso rivela segni di violenze

La prima visita medica spesso rivela segni di violenze - @davidepreti

«Sono persone che non hanno altro modo per emigrare», spiega Simonetta Gola, direttrice della comunicazione di Emergency: «Per un somalo, per esempio è impossibile avere il visto di ingresso per un qualsiasi paese europeo. Ma migrare è da sempre un fenomeno naturale e strutturale. Però l'Europa invece di tutelare queste persone vulnerabili, ha appena varato norme che violano ulteriormente i loro diritti. E chi come Emergency fa salvataggio in mare, è ostacolato e attaccato. Anche se quest'anno solo il 7% dei profughi in Italia è arrivato con le ong, tutti gli altri con navi militari e della guardia costiera».

Sono stati 272 i minori salvati nel primo anno di attività della Life Support

Sono stati 272 i minori salvati nel primo anno di attività della Life Support - © Francesco De Scisciolo

«Dei 1.219 che abbiamo salvato - racconta Roberto Maccaroni, responsabile sanitario del progetto Sar - per fortuna non ce n'è stato nessuno in pericolo di vita. "Stavano tutti abbastanza bene", abbiamo scritto nei nostri rapporti. In realtà era falso, perché non abbiamo visto davvero quello che hanno provato durante i giorni della traversata. E prima, nei mesi e gli anni del viaggio. Poi, saliti sulla Life Support, hanno trovato per la prima volta dopo tanto tempo, un posto in cui qualcuno si è preso cura di loro, dopo anni di privazioni, sofferenze, torture».

La nave per molti è il primo posto sicuro dopo un viaggio di mesi e anni

La nave per molti è il primo posto sicuro dopo un viaggio di mesi e anni - Gabriele Micalizzi © / CESURA

Tanti i paesi di provenienza, pezzi della geografia della disuguaglianza, unico autentico pull factor: una trentina i paesi di provenienza tra cui Bangladesh, Siria, Costa d'Avorio, Egitto, Pakistan, Eritrea, Guinea Conakry, Mali, Senegal, Etiopia, Sudan, Camerun, Gambia, Nigeria, Tunisia. All'inaugurazione c'erano anche il presidente della Fondazione Musica per Roma che ha messo a disposizione la sede della mostra, Daniele Pittèri, e i fotografi Davide Preti, Dario Bosio e Francesco De Scisciolo, che assieme a Giulio Piscitelli, Gabriele Micalissi e Giorgio Dirindin hanno colto i «momenti decisivi», come li chiamava Henri Cartier-Bresson, delle operazioni in mare.

Il momento del trasbordo dai gommini di salvataggio alla 'mothership'

Il momento del trasbordo dai gommini di salvataggio alla "mothership" - © giuliopiscitelli

Nei fine settimana negli spazi della mostra sarà possibile sperimentare, grazie ai visori 3D, un'esperienza immersiva che porta il visitatore, con un realismo impressionante, a bordo della Life Support e poi sui gommoni di soccorso che raccolgono in mare i migranti forzati. Tutti i video a 360° sono stati girati a bordo della nave madre e dei natanti di soccorso. Durante i giorni feriali il visore è disponibile nel chiosco di gadget e oggetti griffati Emergency, davanti ai locali della mostra. I visori 3D sono disponibili fino al 24 dicembre anche negli "Spazi Natale" di Emergency in 19 città italiane - a Roma all'Infopoint in via Quattro Novembre 157b - dove è possibile trovare anche le idee regalo prodotte in Africa, Asia e Sudamerica, come pure i dolci della Casa circondariale di Ragusa o la cioccolata del Laboratorio di Don Puglisi. Tutto per sostenere i progetti della ong: dalla Life Support agli ospedali in Afghanistan, Uganda, Sudan. O in Italia l'ambulatorio mobile, il centro salute di Marghera, i pacchi spesa per le famiglie in difficoltà.

La mostra, all’Auditorium Parco della Musica di Roma in Viale Pietro de Coubertin 30, sarà aperta al pubblico fino al 21 gennaio 2024. Dal lunedì al venerdì dalle 17 alle ore 21. Sabato e domenica dalle 11 alle 21. Il 26 dicembre 11-21, il 24 e 31 dicembre 11-17, il 25 dicembre e il 1° gennaio 17-21.

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