Rischio vulcanico, rischio sismico, rischio idrogeologico. E un territorio devastato dall’abusivismo edilizio. Una devastazione aggravata dal disboscamento e dagli incendi ricorrenti. Questa è l’isola di Ischia e in particolare Casamicciola. Al punto da essere diventata un esempio di disordine. “E che è? Pare Casamicciola!” erano solite dire le mamme campane guardando il disordine lasciato dai figli. E “Ccà pare Casamicciola!” sono le parole del protagonista di Natale in casa Cupiello, la celebre commedia di Eduardo De Filippo, per descrivere il caos cui si trova davanti entrando nella stanza dove poco prima, durante una furiosa lite tra la moglie e la figlia, sono finiti in pezzi stoviglie e soprammobili e “scassato” perfino il presepe. Detti che nascono dal devastante terremoto che colpì Ischia, proprio a Casamicciola, nell’estate del 1883, provocando oltre duemila morti.
Ma la memoria affievolisce e i morti si ripetono, anche negli ultimi anni. Sei morti in tre disastrose frane, una proprio a Casamicciola, nel 2006, nel 2009 e nel 2015, e due nel terremoto del 2017, che colpì in particolare Casamicciola. Ogni volta appare il quadro di un territorio che non riesce a prevedere e mitigare i rischi. Anzi l’esatto contrario. Come denuncia Legambiente anche in queste ore, sono circa 600 le case abusive colpite da ordine definitivo di abbattimento sull’isola.
E arrivano a 27mila le pratiche di condono presentate dagli abitanti in occasione delle tre leggi nazionali di sanatoria: 8.530 istanze a Forio, 3.506 a Casamicciola e 1.910 a Lacco Ameno. L’ultimo condono, il quarto, incredibilmente, venne approvato dal governo “giallo-verde” nel 2018 proprio dopo il sisma di Casamicciola. Si disse per favorire la ricostruzione, in realtà ha sanato case abusive che, oltretutto, saranno ricostruite a spese dello Stato. Quante? Attualmente sono mille le nuove istanze presentate. Cemento che rimane a sfregiare quella definita “l’isola verde”, sicuramente sempre meno verde e sempre più a rischio. Lo confermano le cartografie dei Piani di Assetto Idrogeologico che riportano valori di pericolosità da frana molto elevati per queste aree dell’isola.
I dati del catalogo gestito da Cnr Irpi evidenziano come “nella zona di Casamicciola Terme si siano già verificate frane che hanno causato perdita di vite umane, tra cui nel 1910, durante un evento molto intenso, alluvioni con elevato trasposto solido, crolli e numerosi dissesti diffusi causarono 11 morti. In anni più recenti una vittima si è registrata nel 1987, quando un crollo di roccia distrusse un ristorante, e infine nel 2009, sempre nel mese di novembre, una colata di fango e detriti ha travolto e ucciso una ragazza quattordicenne”.
Ma anche altre zone di Ischia hanno subito disastri e lutti. La notte del 30 aprile del 2006 il fango e i detriti scesi dal monte Vezzi si abbatterono sulla frazione Pilastri. Morirono un padre e le sue tre giovani figlie. Il 15 febbraio 2015 una frana in località Olmitello-Maronti nel comune di Barano provoca la morte di una persona. Frane e terremoti, strettamente collegati. La sera del 21 agosto 2017 Casamicciola e Lacco Ameno vennero scosse da un terremoto che causò la morte di due persone, 42 feriti e il crollo di molte abitazioni. Non l’unico sisma. Dall’analisi storica messa a punto dall’Ingv sono stati 15 i terremoti tra il 1228 al 1883. Di questi ben 12 proprio Casamicciola, costruita su un terreno franoso, capace di amplificare terremoti di intensità modesta.
Così il devastante sisma del 1883 con una magnitudo stimata in 4,3, mentre quello del 2017 arrivava appena a 4. Terremoti che altrove, dove si è costruito secondo le regole, non provocano alcun danno.© riproduzione riservata