Saitta succede a Saitta. Nessun cambio di guardia. Torino rimane la roccaforte inespugnabile per il centrodestra. Antonio Saitta, partito democratico, a capo della coalizione del centrosinistra ( sostenuta da 9 partiti) si è aggiudicato il secondo mandato da presidente della provincia di Torino. Cinquantanove anni, sposato con una figlia, una lunga carriera amministrativa alle spalle, è stato premiato dalle urne ottenendo al ballottaggio il 57,2%. Ha vinto soprattutto a Torino città, dove ha preso oltre il 60% dei consensi superando nettamente la candidata del centrodestra Claudia Porchietto. Al primo turno erano separati solo da poco più di 32mila voti. La contesa elettorale non ha però interessato quasi il 60% dei citta- dini che hanno scelto di non andare a votare, contro l’affluenza del 67,81% del primo turno. Un’astensione forse determinata anche da una campagna elettorale che non è riuscita a portare in primo piano il contesto in cui operano le amministrazioni provinciali. Il « Saitta 2 » inizia ponendo al primo posto dell’agenda il lavoro. « Il lavoro che non c’è » commenta a caldo quando il risultato elettorale della sua vittoria è ormai evidente. «In campagna elettorale ho incontrato molte persone e tutte mi hanno chiesto un impegno preciso su questo punto. Ci dovremo confrontare con nuovi problemi legati alla crisi economica, ci impegniamo a mettere in cam- po tutte le azioni possibili, ma anche il governo nazionale deve sostenere questa lotta per la difesa e lo sviluppo dell’occupazione» . Non si sbilancia sulla futura giunta, ma conferma, come affermato in campagna elettorale, che ridurrà il numero degli assessori. « Ad esempio – spiega – accorperemo il lavoro con la formazione professionale » . Infine liquida come « fisiologico » il calo dei votanti al ballottaggio. Di tutt’altro parere la sfidante sconfitta Claudia Porchietto, 42 anni, imprenditrice alla sua prima esperienza diretta in politica, che ha registrato il 42,8%. Sostiene che ha vinto il partito dell’astensionismo. « C’è una forte disaffezione verso la politica – precisa – ma io continuerò ad impegnarmi in prima persona per contribuire ad invertire questa tendenza » . Stesso presidente, ma non uguale coalizione. Saitta perde infatti la sinistra radicale, che lo aveva sostenuto nel precedente mandato e acquisisce l’Udc che all’indomani del primo turno aveva scelto la strada dell’apparentamento portando in dote oltre il 4% di voti ottenuti dal candidato presidente Michele Vietti. «Riteniamo – conferma Vietti – di essere stati determinanti nella vittoria del centrosinistra. Tutto il partito si è schierato compatto nel sostenere Saitta » . L’obiettivo a questo punto per i centristi è quello di « contribuire a riequilibrare al centro il futuro governo della provincia torinese » . Quali saranno le richieste che l’Udc avanzerà? Vietti non si sbilancia e non le anticipa, ma nei prossimi giorni ne parlerà col neoeletto presidente Saitta. Nella nuova squadra non ci sarà la sinistra radicale, sostituita dai centristi «La priorità? Il lavoro»