sabato 7 maggio 2011
Tra i circa 500mila alpini che, in questi giorni, hanno invaso festosamente la città, ci sono anche delegazioni provenienti dall'estero. Alla 84esima Adunata ci sono i rappresentanti di 32 sezioni estere dell'ANA (Associazione Nazionale Alpini) e di 9 gruppi autonomi (quattro in Canada, due in Colombia e tre nell'Europa dell'Est). Monsignor Nosiglia: orgoglioso di essere figlio di alpino.
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L'abbraccio tra il Giro d'Italia e gli alpini si compie in una Torino sempre più vestita di tricolore. È il giorno del debutto della corsa rosa, che parte dalla sontuosa Reggia di Venaria e arriva in piazza Vittorio Veneto, è la vigilia della sfilata nazionale delle penne nere. Centinaia di migliaia di persone - c'è chi azzarda un milione - sono nelle strade e nelle piazze di Torino che, sotto un sole quasi estivo, offre uno spettacolo mai visto prima: bande, folklore, canti e cori degli alpini si levano dalle tende accampate in viali e giardini e dai bar, tra un sorso e l'altro di vino e birra.Ma c'è silenzio, tra due ali di folla, dietro le transenne dove sfrecciano a 60 all'ora i corridori del Giro nella cronometro a squadre che apre la sempre affascinante corsa a tappe. Le penne nere applaudono, domani i battimani saranno tutti per loro.Tra i circa 500mila alpini che, in questi giorni, hanno invaso festosamente la città, ci sono anche delegazioni provenienti dall'estero. Domani alla 84esima Adunata ci  saranno i rappresentanti di 32 sezioni estere dell'ANA (Associazione Nazionale Alpini) e di 9 gruppi autonomi (quattro in Canada, due in Colombia e tre nell'Europa dell'Est). Nella festa i militanti dei partiti in lizza alle prossime elezioni amministrative - tra otto giorni a Torino si vota per il nuovo sindaco - cercano di ritagliarsi un po' di attenzione. L'opposizione del Pdl parla di una "città in tilt" nelle zone che non sono state chiuse al traffico (tutte quelle del centro cittadino), ma c'è anche chi, proprio davanti alla stazione di Porta Nuova, con auto d'epoca rivestite con i simboli dei partiti e le scritte "Viva gli alpini". C'è un solo spazio vuoto nel centro della città: piazza San Carlo, dove sono state montate le tribune che accoglieranno gli ospiti alla sfilata degli alpini. Il "salotto" di Torino è transennato, unica area inaccessibile anche ai pedoni.Bar e ristoranti lavorano senza sosta e resteranno aperti tutta la notte, come musei, gallerie, negozi e locali pubblici: sotto i portici della centralissima via Roma sono accatastati i fustini da cui si spilla birra ininterrottamente. Va forte anche il vino ma, sempre in centro, c'è una bottiglieria che va controcorrente e offre acqua fresca in bella mostra su un tavolino portato sul marciapiede. Fa caldo e c'è da ingannare il tempo in attesa dei cori e dello spettacolo della sera dove - è facile prevederlo - nel centro di Torino non ci sarà lo spazio per uno spillo. Sarà una nuova festa di popolo, in attesa dell'inno di Mameli, nella storica piazza Castello, a mezzanotte in punto. La città resterà "aperta per festa" fino all'alba. Domani, invece, giornata conclusiva, ci sarà la tradizionale sfilata dei gruppi e dei reparti in un tour de force di circa 12 ore. MONSIGNOR NOSIGLIA: ORGOGLIOSO DI ESSERE FIGLIO D'ALPINO«Sono orgoglioso di essere il figlio di un alpino e ringrazio il Signore che mio padre, che sono certodal cielo gioisce di questa adunata nazionale, mi abbia insegnato con la testimonianza della vita, la via dell'onestà e del sacrificio sul lavoro, come in casa e in ogni situazione, senza mai cessare di sperare nel bene e nella giustizia, nella fedeltà al proprio dovere e nell'assunzione fino in fondodelle proprie responsabilità nei confronti della comunità». Così l'arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, nel corso della celebrazione, in occasione dell'Adunata Nazionale degli Alpini.«Carissimi alpini - ha detto monsignor Nosiglia - continuate a mantenere forte e convinto questo spirito di corpo, che vi ha sempre contraddistinto e tanti giovani sappiano imitare dai veci e imparare da loro che cosa significhi sacrificio, dedizione per una causa giusta, generosità, spirito di corpo e amicizia, impegno solidale verso quanti soffrono e sono nel bisogno. Il Paese ha ancora bisogno di voi e conta sul vostro contributo forte e generoso per mantenere unito quel tessuto di valori di democrazia e di libertà su cui si è formato ed intende continuare a crescere».«Voi alpini - ha aggiunto l'arcivescovo di Torino - siete promotori di opere di pace, di solidarietà e di servizio generoso, che aiuta la popolazione a sperare in un mondo nuovo e migliore. Soprattutto voi operate per cementare l'unità e per superare le divisioni. Tante sono le differenze, e a volte anche le divisioni e contrapposizioni, che caratterizzano la vita sociale, politica, culturale e religiosa del nostro popolo, ma sappiamo bene quanto importante sia il rispetto, il dialogo e la collaborazione tra tutti, per promuovere il bene comune, al di sopra e al di là di ogni interesse di parte, pure legittimo. Quello che conta - ha concluso - è ritrovare il senso e l'orgoglio di essere tutti parte di una stessacomunità civile, la nostra comune Patria italiana».
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