La conseguenza immediata del passo indietro di Silvio Berlusconi la descrive esplicitamente Roberto Maroni: «È un atto di generosità che apprezzo e che apre nuove prospettive per il futuro». Quali, è ancora prematuro per dirlo, ma sicuramente si muove tutto lo scenario politico, con il centro di Pier Ferdinando Casini chiamato in causa, il Pdl che si dichiara apertamente e senza pudori all’ex presidente della Camera, la corrente moderata del Pd in tensione e il Carroccio alla finestra. E lui, il leader dell’Udc, che ancora non si sbilancia, ma tiene fermi i suoi paletti: «Per me dopo Monti c’è Monti. Non c’è Alfano, Vendola, Renzi ...».Casini commenta dettagliatamente la mossa e le conseguenze della decisione di Berlusconi, al quale in più di una occasione aveva chiesto di farsi da parte, in prospettiva di un’alleanza di centrodestra, senza la Lega. «Io me lo aspettavo», commenta l’ex presidente della Camera, «anche perché Berlusconi è un uomo intelligente ed ha ben chiara la percezione del suo rapporto con il Paese. Non penso che potesse candidarsi a palazzo Chigi e non poteva non capirlo». Casini non rinuncia però a verificare fino in fondo la svolta del Pdl, dove la posizione non è granitica. «Mi aspetto che in queste primarie facciano autocritica sugli errori del passato.», dice il leader udc, che però non rinuncia alla propria iniziativa. «Alle elezioni – assicura dunque – ci saranno tre proposte politiche: quella del Pd, quella del Pdl e poi la nostra che è la lista per l’Italia che dice una cosa semplice: continuiamo il lavoro, siamo appena all’inizio. Se poi questo nostro lavoro sarà condiviso da altri, magari». E qui Alfano può fare la differenza: «È diverso da Berlusconi, è una persona che stimo. Speriamo che venga emancipato definitivamente da questa scelta di Berlusconi perché ce n’è bisogno».Ma se il ritiro di Berlusconi potrebbe rinvigorire il rapporto tra Alfano e Casini, dal Pd Pier Luigi Bersani vede più difficile un eventuale accordo post elettorale con l’Udc, per dare vita a una maggioranza di governo. «Per quanto mi riguarda non è cambiato nulla nei confronti di Bersani. Bisognerebbe chiedere a lui cosa è cambiato...», commenta Casini. Piuttosto il leader centrista conferma che «io con Vendola non posso avere niente a che fare, per rispetto verso di lui ma anche verso di me e verso i miei elettori». Insomma, lo scenario è in movimento. E dal Pd il segretario preferisce non entrare nel merito e fermarsi al metodo importato dal suo partito: «Per me queste primarie del centrodestra sono una buona notizia. Vuol dire che le primarie sono contagiose, che abbiamo segnato la strada. Anche gli elettori, i cittadini del centrodestra hanno il diritto di partecipare e fare le loro scelte. Adesso aspettiamo quelle di Grillo».E soprattutto ora tutti attendono di capire con quale sistema di voto si andrà alle urne, per comprendere le maggioranze possibili. Il centro sicuramente, con o senza una nuova legge, sarà destinato a fare la differenza. Motivo per cui il Pdl incalza Casini. Anche su Monti, invita a riflettere Osvaldo Napoli, Berlusconi è stato chiaro «con il suo appello a non disperderne la lezione liberale. Casini non lo sottovaluti».