venerdì 29 novembre 2013
​Martedì il Consiglio dei Ministri. Prevista anche la perimetrazione dei terreni inquinati. Il provvedimento elaborato dai ministri De Girolamo e Orlando su agricoltura e ecoreati: pene più dure per chi inquina.
COMMENTA E CONDIVIDI

​È pronto il decreto legge per la "terra dei fuochi" e andrà in Consiglio dei ministri la prossima settimana, quasi certamente martedì. Conterrà sia i provvedimenti per l’agricoltura, la perimetrazione dei terreni inquinanti e la certificazione di quelli indenni, sia gli "ecoreati", con l’inasprimento delle pene per chi scarica e incendia. Insomma le "armi" chieste in questi mesi dai cittadini dell’area tra le province di Napoli e Caserta, così martoriata da ecomafie, ecocriminali e ecofurbi. Ad annunciare la dirittura d’arrivo del decreto tanto atteso è stata ieri il ministro per le Politiche agricole, Nunzia De Girolamo. Annuncio confermato dal ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando.

Un vero lavoro di squadra, come conferma la responsabile dell’Agricoltura. «La prossima settimana, forse già martedì, arriverà in Consiglio dei ministri un decreto Orlando-De Girolamo per affrontare il problema della "terra dei fuochi"». Nel decreto, ha spiegato il ministro, «il governo indicherà una strada, partendo dal concetto principale, la perimetrazione della zona. Dobbiamo individuare i territori con precisione e poi fare le bonifiche e le riconversioni delle aree al no food». Il provvedimento è pensato anche per «dare una risposta immediata al territorio spaventato dal consumare i prodotti, ricordandoci che il problema riguarda solo una piccola zona, nel resto della Campania i prodotti sono buoni». Ad occuparsi della perimetrazione, spiega ancora la De Girolamo «saranno i nostri istituti di ricerca. Supereremo così anche i limiti burocratici dati dal titolo quinto della Costituzione, che in questi momenti fa perdere tempo con le competenze diverse tra Stato, Regione e Comuni». Nei confronti di chi ha inquinato ci sarà una linea «molto dura: chi avvelena la terra avvelena il futuro dei nostri figli, per questo dovremo inasprire molto le pene per chi commette illeciti del genere».

E, infatti, nel decreto ci saranno le nuove norme penali per contrastare gli inquinatori, oggi colpiti solo con contravvenzioni. Come anticipato due settimane fa da Avvenire le pene arriveranno fino a 9 anni per chi sversa e appicca roghi di rifiuti, con aggravanti per imprenditori e per le aree in emergenza. E con la prescrizione dopo 11 anni, un termine che dovrebbe salvare i processi impedendo che finiscano in un nulla di fatto. Norme valide non solo in Campania ma per l’intero territorio nazionale perché le ecomafie non hanno confini, ma anche perché un decreto limitato come territorio avrebbe dei seri problemi di costituzionalità. «È il frutto del lavoro della commissione che ho istituito sei mesi fa dopo il mio primo viaggio in Campania – ricorda Orlando –. L’avevo promesso ai cittadini incontrati a Caivano nella parrocchia di don Patriciello e ora lo realizziamo, grazie all’impegno del gruppo di lavoro coordinato dal magistrato Raffaele Piccirillo». Domani il ministro sarà a Napoli per un altra delle iniziative per la "terra dei fuochi", il piano per la raccolta degli pneumatici, realizzato in collaborazione con le due prefetture, la regione, i comuni e il consorzio Ecopneus.

Iniziative che rispondono anche all’ennesimo appello del Capo dello Stato. Contro chi «mette sotto terra i rifiuti tossici è necessaria una forte azione dello Stato» ha chiesto ieri Giorgio Napolitano. L’occasione è stato l’incontro al Quirinale con i vincitori del concorso "Immagini per la Terra", promosso da Green Cross Italia. «Ci sono cose terribili – ha risposto il Presidente alla domande dei ragazzi – come quelle accadute in alcune aree della Campania. Ci sono tanti fatti nuovi e preoccupanti. Si è detto che il clima è cambiato e che occorre prestare molta attenzione alle conseguenze, ma una volta non c’erano le organizzazioni criminali che hanno addirittura messo sotto terra rifiuti tossici che inquinano il terreno e l’ambiente. Dobbiamo cambiare il nostro modo di agire ed è importante che voi da bambini già impariate queste cose e che non ve le dimentichiate quando diventerete più grandi». Per questo, ha aggiunto Napolitano, «è necessaria una forte azione dello Stato ed è necessario che tutti acquisiscano una consapevolezza sulla raccolta differenziata, che in alcune città si fa pochissimo e in altre di più».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI