giovedì 8 settembre 2011
Il settimanale pubblica le intercettazioni del premier, che invita il direttore dell'Avanti a non tornare in Italia. La smentita di Ghedini. Il presidente del Consiglio sarà sentito dai pm martedì. Interrogato Tarantini.
- Lo Stato di diritto in un ginepraio di «giochi» di Danilo Paolini
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«Che devo fare? Torno e chiarisco tutto?». È questo il consiglio che Valter Lavitola avrebbe chiesto al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in una telefonata mentre era all'estero, dopo aver saputo dell'inchiesta sul suo conto aperta alla Procura di Napoli. Berlusconi avrebbe risposto: «Resta dove sei», incoraggiando quella che poi sarebbe diventata latitanza per il direttore del giornale L'Avanti!. A riportarlo è il settimanale L'Espresso. Secondo quanto scritto nell'articolo, Lavitola si trova a Sofia il 24 agosto quando scopre dal settimanale Panorama delle indagini nei suoi confronti fatte dai pm napoletani. Avrebbe provato subito a contattare il premier che gli avrebbe detto di «stare tranquillo». Inoltre, «gli espone quella che sarà la linea». Berlusconi avrebbe ricordato a Lavitola che attraverso di lui ha «aiutato una persona e una famiglia con bambini che si trovava e si trova in gravissime difficoltà economiche». Sottolineando: «Non ho nulla di cui pentirmi, non ho fatto nulla di illecito».LA SMENTITA DI GHEDINI«Con reiterate violazioni del segreto e comunque con violazione del divieto di pubblicazione, continuano ad uscire dalle indagini in corso a Napoli notizie e atti, addirittura a volte in tempo reale rispetto agli accadimenti stessi». Lo ha dichiarato in una nota Niccolò Ghedini, deputato del Pdl ed avvocato del presidente del Consiglio. «La notizia - prosegue Ghedini - apparsa sul sito dell'Espresso che il presidente Berlusconi avrebbe detto al Lavitola di non tornare è del tutto assurda e infondata». «Durante una conversazione privata e del tutto irrilevante per il procedimento in corso, di cui fra l'altro non si conosce neppure l'autenticità o la completezza, il Presidente Berlusconi si sarebbe limitato a ribadire al Lavitola la sua totale tranquillità ed estraneità ad ogni vicenda. Atteggiamento questo - sottolinea - tenuto anche dal Lavitola». «A fronte di tale certezze - spiega l'avvocato del premier - il Presidente Berlusconi non avrebbe avuto motivo di consigliare a Lavitola di tornare precipitosamente in Italia, ritenendo quindi che potesse rientrare nei tempi dallo stesso già previsti ed evidentemente correlati ad impegni di lavoro». «Qualsiasi altra illazione è palesemente diffamatoria e priva di pregio. Si ricorda inoltre - conclude la nota - che a quella data non vi era alcun provvedimento custodiale nei confronti di Lavitola, che è stato emesso a distanza di quasi una settimana».BERLUSCONI SARÀ SENTITO MARTEDI'Silvio Berlusconi sarà sentito - in qualità di parte lesa - martedì a palazzo Chigi dai pm di Napoli che indagano sulla vicenda Tarantini-Lavitola. L'appuntamento è per il primo pomeriggio: lo ha reso noto poco fa il procuratore capo Giovandomenico Lepore, che sarà personalmente a palazzo Chigi assieme ad alcuni sostituti.INTERROGATO TARANTINI«Ha risposto alle domande dei magistrati, ha dato ampie giustificazioni di quel che è successo». Ad affermarlo è l'avvocato Ivan Filippelli, legale di Giampaolo Tarantini, al termine dell'interrogatorio conclusosi pochi minuti fa nel carcere di Poggioreale, a Napoli. A quanto emerge, nell'interrogatorio, che è stato secretato, l'imprenditore avrebbe confermato di aver ricevuto «3-4 mila euro alla settimana da Berlusconi».LEGALE A PM: «PUNITIVI CON GIANPI»Sono tre gli incontri avvenuti tra il procuratore di Bari, Antonio Laudati, e il difensore barese di Gianpaolo Tarantini, l'avvocato Nicola Quaranta. In tutte e tre le occasioni il penalista si è lamentato con Laudati del '«trattamento punitivo» che i pm baresi hanno riservato al suo assistito, nonostante 'Gianpi' stesse collaborando alle indagini. È quanto avrebbe detto Quaranta ai pm di Napoli e Lecce che lo hanno ascoltato come testimone ieri sera nel capoluogo campano. Il penalista ha depositato una memoria e ha nuovamente risposto alle domande dei magistrati che, con un decreto, lo hanno sollevato dal segreto professionale che il difensore aveva opposto durante l'audizione del 2 settembre scorso, il giorno dopo l'arresto di Tarantini e di sua moglie, Angela Devenuto, per la presunta estorsione al premier, Silvio Berlusconi.CSM SENTIRÀ LAUDATI E SCELSIIl Csm ha convocato per il 22 settembre il procuratore di Bari Antonio Laudati; mentre tre giorni prima, il 19, ascolterà Giuseppe Scelsi, il pm che per primo ha indagato sul giro di escort portate da Gianpaolo Tarantini nelle residenze private del premier. Le audizioni saranno compiute dalla Prima Commissione, la cui composizione e' stata appena rinnovata e che ora e' presieduta dal laico del Pdl Nicolò Zanon.
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