Un ministro, "non meglio individuato",
avrebbe incontrato recentemente gli imprenditori catanesi
Concetto Bosco Lo Giudice e Francesco Costanzo, da oggi agli
arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti
dell'Anas, grazie alla presunta mediazione dell'ex sottosegretario al
ministero delle Infrastrutture, durante il governo Prodi,
Giuseppe Luigi Meduri. È uno dei risvolti dell'inchiesta della
Procura di Roma su tangenti per gli appalti dell'Anas, che oggi
ha portato all'arresto dello stesso Meduri e di altre 10
persone. Altre 31 sono indagate a piede libero, e la Guardia di
finanza, che ha eseguito i provvidenti restrittivi, ha inoltre
sequestrato beni per equivalenti 200 mila euro. Secondo il gip,
"all'interno degli uffici Anas c'era un vero e proprio sistema
corruttivo che non è episodico e/o occasionale".
Secondo l'agenzia Ansa,
deus ex machina del sodalizio criminoso sarebbe secondo
l'accusa Antonella Accroglianò, dirigente responsabile del
coordinamento tecnico amministrativo di Anas Spa. In carcere
con la dirigente anche gli altri funzionari Anas, Oreste De
Grossi (capo del servizio incarichi tecnici della condirezione
generale tecnica), Sergio Serafino Lagrotteria (dirigente area
progettazione e nuove costruzioni) e i funzionari 'di rango
minore' Giovanni Parlato e Antonino Ferrante. Meduri, che è
sottoposto ai domiciliari ed è stato immediatamente sospeso
dal Pd, secondo gli inquirenti avrebbe svolto il ruolo di
mediatore veicolando a due imprenditori precise richieste
corruttive provenienti dai dirigenti della pubblica
amministrazione. Ai domiciliari anche l'avvocato catanzarese
Eugenio Battaglia, e tre imprenditori, Concetto Logiudice
Bosco, Giuliano Vidoni e Francesco Domenico Costanzo, che è
presidente della 'Fondazione del merito' e componente del
Consiglio direttivo di Confindustria Catania.
Associazione per delinquere, corruzione, induzione
indebita a dare e promettere utilità e voto di scambio sono
le accuse contestati a vario titolo. Il reato elettorale si
riferisce alle ultime regionali in Calabria: Antonella
Accroglianò, secondo l'accusa, si sarebbe attivata per
favorire
l'assunzione di un calabrese in una società collegata alla
stessa Anas in cambio di sostegno elettorale in favore di suo
fratello Galdino Accroglianò, candidato che non fu poi eletto.
A casa della madre dell'Accroglianò sono stati trovati 70.000
euro in contanti.
Il presidente dell'Anas Gianni Vittorio Armani, che come ha
sottolineato il procuratore Giuseppe Pignatone è estraneo
all'indagine, ha annunciato il licenziamento dei funzionari
coinvolti e ha anticipato che l'Azienda si costituirà parte
lesa nel procedimento penale non solo nei riguardi dei suoi
dipendenti ma anche degli imprenditori. Il ministro delle
Infrastrutture, Graziano Delrio, ha assicurato la massima
collaborazione con gli inquirenti.