sabato 3 ottobre 2015
Sull'isola la commemorazione del naufragio del 2013. Mattarella: «La strage segnò una svolta nelle coscienze. Ora necessaria responsabilità condivisa»
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"Lampedusa può diventare il simbolo di una riscossa dell'Europa, dopo essere stata a lungo la frontiera della speranza e della solidarietà". Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al sindaco di Lampedusa e Linosa Giusi Nicolini in occasione della seconda Giornata della memoria e dell'accoglienza. "Il naufragio del 3 ottobre 2013 a largo di Lampedusa, che costò la vita a un numero spaventoso di persone migranti, superiore persino ai 366 corpi recuperati in mare, - scrive Mattarella - è una ferita drammaticamente aperta, un simbolo di umanità tradita, un grido che ancora scuote il nostro Paese e l'Europa intera. Fummo posti di fronte alla vergogna di una strage immensa, che non si riuscì a evitare e che, anzi, in troppi nel nostro civilissimo continente osservarono con distacco, se non addirittura con indifferenza. La gente di Lampedusa prestò generosamente i primi soccorsi, salvando decine e decine di naufraghi. Gli uomini della Capitaneria di Porto e della Marina italiana, come è accaduto in tantissime occasioni, si prodigarono, con professionalità e solidarietà, per strappare alla morte altri uomini, donne, bambini. Gli atti di umanità compiuti in quella e in successive circostanze costituiscono un motivo di orgoglio per l'intero Paese, ma la nostra coscienza continua a sentirsi interrogata dal dolore di profughi in fuga, dalla violenza dei trafficanti di esseri umani, dal carattere epocale dei nuovi flussi migratori". Secondo il capo dello Stato, "la strage di Lampedusa segnò una svolta. Proprio nelle coscienze, prima ancora che nelle politiche. Oggi avvertiamo una maggiore consapevolezza sia nelle opinioni pubbliche sia nei governi europei".
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