mercoledì 2 agosto 2023
Il capo dello Stato nel giorno del 43esimo anniversario: matrice neofascista e ignobili depistaggi. Commemorazione e corteo a Bologna con Piantedosi e Schlein. Meloni: desecretare gli atti
Il capo dello Stato il 30 luglio del 2020 alla stazione di Bologna

Il capo dello Stato il 30 luglio del 2020 alla stazione di Bologna

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«Le immagini della stazione di Bologna, la mattina del 2 agosto 1980, ci hanno restituito un’umanità devastata da una ferocia inimmaginabile, da un terrore che ambiva a pretendersi apocalittico. Il ricordo di quelle vittime è scolpito nella coscienza del nostro popolo. Una ferita insanabile nutre la memoria dell’assassinio commesso...». Sergio Mattarella scrive nel giorno del 43esimo anniversario a chi ha sofferto, a chi ancora soffre, ai familiari degli 85 morti e dei duecento feriti. «...La Repubblica si stringe ai familiari e alla comunità cittadina con sentimenti di rinnovata solidarietà. Siamo con loro, con le vite innocenti che la barbarie del terrorismo ha voluto spezzare, con violenza cieca, per l’obiettivo eversivo e fallace di destabilizzare le istituzioni della democrazia». Il capo dello Stato sottolinea come «l’Italia ha saputo respingere gli eversori assassini, i loro complici, i cinici registi occulti che coltivavano il disegno di far crescere tensione e paura». E come sia «servita la mobilitazione dell’opinione pubblica e l’impegno delle istituzioni». Proprio ieri il ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva sottolineato come «in sede giudiziaria è stata accertata la matrice neofascista della strage e ulteriori passi sono stati compiuti per ottemperare alla inderogabile ricerca di quella verità completa che la Repubblica riconosce come proprio dovere». Oggi Mattarella arricchisce quelle parole. «La matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi, cui hanno partecipato associazioni segrete e agenti infedeli di apparati dello Stato. La ricerca della verità completa è un dovere che non si estingue, a prescindere dal tempo trascorso. È in gioco la credibilità delle istituzioni democratiche».

L'Italia ricorda il 2 agosto di quarantatre anni fa. Lo fa Bologna dove c'è il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi che si rivolge ai familiari delle vittime: «...Condivisione senza riserve, che non ammette oblio e che parte dal riconoscimento della verità giudiziaria». E ancora: «Lo Stato cammina con voi, non si sottrae alla responsabilità di coltivare la memoria, ma anche guardare al futuro con speranza». Un corteo si prepara ad attraversare Bologna. Ci sarà la segretaria del Pd Elly Schlein. E ci sarà un ricordo al Senato. Intanto parla il presidente della Camera Lorenzo Fontana: «Alle 10.25 del 2 agosto di 43 anni fa, l'Italia intera veniva sconvolta dal feroce attentato terroristico avvenuto alla stazione ferroviaria di Bologna. Quella strage, che sentenze definitive hanno stabilito essere stata di matrice neofascista, rappresenta una delle pagine più buie e dolorose della nostra storia repubblicana...». Poi il vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani: «...Una strage che ha segnato profondamente il nostro Paese e che ha ancora oggi molte ombre e verità mancate. Mai più tanta violenza. Difendiamo la libertà e la democrazia dal terrorismo, qualsiasi matrice abbia». A metà mattinata arrivano anche le parole di Giorgia Meloni: «Giungere alla verità sulle stragi che hanno segnato l'Italia nel Dopoguerra passa anche dal mettere a disposizione della ricerca storica il più ampio patrimonio documentale e informativo. Questo Governo, fin dal suo insediamento, ha accelerato e velocizzato il versamento degli atti declassificati all'Archivio centrale dello Stato e li ha resi più' facilmente consultabili, completando quella desecretazione che era stata avviata dai Governi precedenti».
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