La decisione di fermare il decreto prima dell'ultimo esame in Parlamento è stata presa dopo un colloquio tra Letta e Napolitano. Il capo dello Stato, infatti, ha mosso rilievi sulla natura del provvedimento stravolta durante l'esame delle Camere.
Preoccupato per il bilancio della Capitale è il sindaco di Roma Ignazio Marino, che tuttavia sottolinea di rispettare la decisione del Governo.
Rispettoso di quanto deciso, ma preoccupato per il bilancio della Capitale. Così il sindaco di Roma, Ignazio Marino, si è espresso sulla questione del decreto "salva Roma", a margine del tradizionale pranzo di Natale della Comunità di Sant'Egidio con i poveri. "Questo decreto è stato erroneamente chiamato dai media 'salva Roma' - ha detto -, in realtà è un decreto con cui Roma chiede maggior rigore amministrativo, così come era stato disegnato dal Ministero dell'Economia e dal governo. In Parlamento, a causa di una serie di emendamenti, è diventato in minima parte un decreto che riguardava il bilancio di Roma e in massima parte riguardava tanti luoghi italiani. In questo momento sono assolutamente rispettoso della saggezza del presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio che hanno ritenuto che il decreto fosse stato trasformato in un documento diverso da quello originario". "Sono preoccupato - ha aggiunto Marino - per il bilancio della Capitale che comunque deve essere chiuso entro il 31 dicembre con delle norme che abbiamo concordato con il governo nazionale perché Roma ritorni nel rigore amministrativo che è doveroso per una capitale europea. Vogliamo chiudere il 2013 con il bilancio in modo da poter continuare il lavoro già iniziato sul bilancio del 2014 perché è così - ha concluso - che si deve fare in una capitale europea".