Una manifestazione di protesta quest'estate contro l'abolizione del Reddito di cittadinanza - ANSA
È stato registrato dalla Corte dei conti il decreto attuativo dell'Assegno di inclusione (Adi) che entra in vigore dal primo gennaio 2024, con l'addio al Reddito di cittadinanza. A questo punto, a quanto si apprende, si aprirà in anticipo la possibilità di presentare la domanda per accedere alla misura e si dovrebbe partire già lunedì 18 dicembre.
Dal Movimento 5 stelle, "padre" del vecchio sussidio, arrivano però proteste: per i pentastellati ci sarebbe il rischio di lasciare scoperti per un periodo chi, tra i vecchi percettori del Reddito di cittadinanza, avrà a diritto al nuovo sostegno. La riforma comunque ha ridotto la platea dei beneficiari. «A gennaio oltre 737mila famiglie percettrici del Rdc, per un totale di 1,6 milioni di persone, rischiano di restare prive di sostegno», dice il deputato del M5s in commissione Lavoro, Dario Carotenuto. «I ritardi del Governo nella messa a terra dell'assegno di inclusione sono imbarazzanti - sostiene - e a pagare il conto, per l'ennesima volta, saranno i nuclei famigliari con all'interno minori (348mila), anziani (341.700) e disabili (216mila), ma anche coloro che stanno frequentando i corsi di formazione senza ricevere un centesimo. Gli "esodati" del reddito».
«Avevamo presentato un emendamento alla manovra - prosegue Carotenuto - per ripristinare il Rdc per i prossimi due anni proprio per sopperire a questa incresciosa situazione, ma ieri sera in commissione Bilancio a Palazzo Madama la maggioranza l'ha bocciato. Da settimane chiediamo che la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali venga a riferire in Parlamento sull'Adi, ma finora Maria Calderone - conclude - ha preferito darsi alla macchia».
«Ci sono 737 mila famiglie che rischiano di non vedere un euro perché mancano le norme attuative dell'Assegno di inclusione», attacca anche la senatrice del M5S Elisa Pirro: «La ministra Calderone scappa, la premier tace. Più che di "patrioti" è un Governo di ignavi».