venerdì 5 novembre 2010
Decretato dal Consiglio dei ministri per Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana e Calabria. Cia: «Nel Nord-Est un miliardo di danni». Si mobilitano le Caritas locali. Nel pomeriggio i funerali della mamma morta con il suo bimbo a Massa.
- Bertolaso l'11 novembre in pensione
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Stato di emergenza per cinque regioni. Il Consiglio dei ministri ha decretato lo stato di emergenza per cinque regioni colpite nei giorni scorsi dal maltempo. Si tratta di Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana e Calabria. Il sottosegretario alla Protezione civile, Guido Bertolaso, ha spiegato, al termine del Cdm, che sono stati stanziati per fare fronte alle prime necessità 20 milioni di euro. Bertolaso ha quindi spiegato che la Protezione civile «non ha avuto nessuna differenza di comportamento nelle diverse realtà da nord a sud, che opera allo stesso modo e con lo stesso impegno da Bolzano a Lampedusa».Cia insoddisfatta. Bene lo stato di emergenza per le cinque regioni colpite dal maltempo dei giorni scorsi, ma i fondi stanziati per i primi interventi sono inadeguati per fronteggiare i pesanti danni, soprattutto in Veneto. Così la Cia (Confederazione italiana agricoltori), che chiede «risorse certe anche per il mondo agricolo che ha subito conseguenze disastrose». I danni per il solo Veneto supererebbero il miliardo di euro. I funerali a Massa. Si sono svolti oggi pomeriggio i funerali delle tre vittime delle frane che hanno colpito, nella notte tra domenica e lunedì, il territorio della provincia di Massa Carrara. Alle 15.30, nella cattedrale di Massa, si sono tenute le esequie di Nara Ricci, 39 anni, e del figlio Mattia Guadagnucci, 2 anni, morti nella frana di Lavacchio. Funzione privata invece per Aldo Manfredi, nella cappella del suo paese, a Mirteto. Il sindaco di Massa, Roberto Pucci ha proclamato per oggi il lutto cittadino. I negozi hanno tenuto le saracinesche abbassate e sugli edifici pubblici le bandiere sono rimaste a mezz'asta. Riaperto ponte sul Po. È stato riaperto al transito il ponte sul Po tra San Rocco al Porto (Lodi) e Piacenza, chiuso da lunedì a causa della piena che aveva interessato il fiume. Le intense precipitazioni, infatti, avevano comportato un innalzamento del livello dell'acqua al di sopra dei 3,5 metri. In mattinata, però, il Po è progressivamente calato al di sotto della soglia di guardia.La Caritas si mobilita. La Caritas italiana invita oggi a “riconsiderare e potenziare le politiche di gestione territoriali e ambientali, sia a livello centrale che a livello locale”. Ricorda, a questo proposito, il messaggio dei vescovi per la V Giornata per la salvaguardia del creato dello scorso 1 settembre: “È impossibile, infatti, parlare oggi di bene comune senza considerarne la dimensione ambientale, come pure garantire il rispetto dei diritti fondamentali della persona trascurando quello di vivere in un ambiente sano”. Caritas italiana cita, inoltre, l’invito del Papa, al “dovere gravissimo (…) di consegnare la terra alle nuove generazioni in uno stato tale che anch’esse possano degnamente abitarla e ulteriormente coltivarla” (messaggio per la 43a Giornata Mondiale della Pace). La Caritas italiana ha contattato le Caritas nelle diverse diocesi coinvolte, esprimendo solidarietà e vicinanza nella preghiera alle famiglie delle vittime e a tutte le persone e le comunità colpite da queste emergenze. Le Caritas diocesane, d’intesa con i rispettivi vescovi, si sono subito attivate per seguire da vicino le diverse situazioni ed hanno avviato, grazie anche al sostegno delle comunità locali, interventi e aiuti mirati.
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