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Questione di ore e, con la consegna delle liste, la corsa verso le elezioni europee dell’8-9 giugno diventerà completamente a carte scoperte. Il grosso delle scelte è stata fatta nei giorni scorsi: Giorgia Meloni capolista di Fdi in tutte le circoscrizioni, Elly Schlein in testa alla squadra del Pd al Centro e nelle Isole, Tajani versione Berlusconi per Forza Italia (tranne che per le Isole), Calenda “costretto” a mettersi alla guida di Azione nel Nord-Est, nelle Isole e al Centro. Tra i leader in odore di candidatura mancava Matteo Renzi, che prova ad andare controcorrente mettendosi ultimo in quattro delle cinque circoscrizioni, assicurando che «se verrò eletto andrò all’Europarlamento», clausola che è stata accettata da tutti i candidati di Stati Uniti d’Europa e che è il cavallo di battaglia di Emma Bonino.
Insomma, il profilo nazionale delle euro-elezioni è evidente. Ma le ultime ore riservano sorprese e colpi di scena. Intanto la storia delle firme, con i “rossobruni” di Rizzo fuori e la lista di Santoro che invece sta per vedere il traguardo, nonostante la fatica immane che ha dovuto caricarsi chi non aveva “sconti”. “Pace terra dignità”, insomma, dovrebbe essere della partita esibendo candidature quale quella del comico Paolo Rossi e del matematico Piergiorgio Odifreddi.
All’ultimo miglio, e tra inevitabili polemiche, Fdi ha varato un “salvacondotto” per Vittorio Sgarbi, candidato al Sud. Il critico d’arte solo tre mesi fa era stato indotto alle dimissioni da sottosegretario alla Cultura dopo la delibera dell'Antitrust, che definiva alcune sue attività «incompatibili» con il ruolo di governo. Commenta con sarcasmo M5s: «Quali saranno i prossimi candidati al Parlamento Europeo di Fratelli d’Italia? Magari Pozzolo e Delmastro? Di questo passo non ci sorprenderebbe se in futuro candideranno Daniela Santanchè al Quirinale».
Tra i nomi noti che chiederanno il voto ai cittadini, quello di Sandra Lonardo Mastella, che non rinuncia al cognome del marito ex ministro: sarà nelle fila di Stati Uniti d'Europa. Mentre Alessandra Mussolini ha trovato casa in Forza Italia.
Nella lista della Lega, nella circoscrizione Nord Ovest il generale Roberto Vannacci è ventesimo, «in ordine alfabetico». Capofila è l’eurodeputata uscente Silvia Sardone, seguita dall’altro eurodeputato Alessandro Panza. Al terzo posto Francesco Bruzzone, vicecapogruppo alla Camera della Lega. In lista anche Gianna Gancia, moglie di Roberto Calderoli. Insomma, il motto “meno Europa” ha convinto anche dirigenti storici a non sottrarsi dalla sfida.
Per quanto riguarda “Pace terra dignità”, le cui firme sono ancora in corso di validazione, Michele Santoro sarà capolista nel Nord-Ovest, dove concorre anche il giornalista 93enne Raniero La Valle. Tra gli esclusi eccellenti, invece, due figurano in Forza Italia: Roberto Formigoni e Lara Comi
Capitolo leader. Alla fine chi ha tenuto fede al proposito di non candidarsi sono Conte, Salvini, Fratoianni e Bonelli. Mentre la palma di scheggia impazzita della competizione spetta di diritto a “Libertà”, il listone di liste aggregato da Cateno De Luca e dall’ex M5s Laura Castelli. Non parteciperà alla competizione Alternativa popolare del sindaco di Terni, Stefano Bandecchi: ha presentato le liste in tutta Italia, confidando nel riferimento al Ppe sul simbolo, ma non ha le firme né alcun parlamentare eletto.
Considerando che il velo sarà tolto il Primo maggio alle ore 20, la curiosità è per gli equilibri finali dentro i Fratelli d'Italia. Una delle ipotesi delle ultime ore, la candidatura del ministro della Difesa Guido Crosetto, sembra tramontata. Mentre all’ultimo miglio il Pd, al Sud, ha aperto la lista a Nicola Campanile, presidente della rete cattolica Per.