La Sala della Lupa a Montecitorio, dove si riunisce il tavolo sul programma di governo convocato dal presidente della Camera Roberto Fico - Ansa
Un quadro complicato e una trattativa dall’esito incerto. Nell’esplorazione affidata al presidente della Camera Roberto Fico per ritrovare l’intesa nella maggioranza uscente i fronti controversi aumentano invece. Tuttavia il confronto va avanti e - sebbene oggi pomeriggio si dovrebbero portare le conclusioni a Sergio Mattarella - la sensazione è che occorra più tempo per tentare di sbrogliare la matassa. A Montecitorio, il presidente, introdotti i lavori, ha poi lasciato la riunione alla quale hanno partecipato una quindicina di persone: i capigruppo di M5s Crippa e Licheri, quelli del Pd Delrio e Marcucci, per Italia Viva Boschi e Faraone, per Leu Fornaro e De Petris, per Europeisti-Maie e Cd i senatori Fantetti e Buccarella e i deputati Tabacci ed Tasso, infine Laniece e Bressa per gruppo 'Per le Autonomie' del Senato.
Parla di «disponibilità comune» a un «confronto sui temi per raggiungere una sintesi», il presidente della Camera. Ma che la soluzione, il «documento scritto» chiesto da Renzi, sia lontano lo conferma l’orientamento prevalente di stilare solo un «verbale», stamattina e non un testo finale condiviso. Ed è escluso, al momento, un incontro fra i leader per sancire un’intesa. I nodi da sciogliere riguardano, soprattutto il Mes e Recovery, oltre a temi di economia e giustizia. Tema, quest’ultimo, sul quale la crisi è stata aperta e che dunque va assolutamente 'sminato' per non ritornare al punto di partenza. Sullo sfondo i problemi di organigramma che però potrebbero non essere portati al tavolo, anche per non ingarbugliare ulteriormente il quadro. Italia viva ha chiesto nuovamente il Mes.
Netto il No del M5s, come già annunciato da Vito Crimi durante le consultazioni. La mediazione del Pd punta a chiedere maggiori finanziamenti per la sanità, senza impuntarsi sullo strumento. Renzi dovrebbe riunire i gruppi parlamentari oggi all’ora di pranzo, e ai più appare questo lo snodo cruciale, ossia la tenuta dei gruppi di Iv, e la fissazione dell’asticella. «Alla fine di questa settimana avremo, spero, il nuovo governo. Dovrà essere all’altezza delle sfide di questo periodo. E dovrà essere un governo di persone capaci e meritevoli. Solo così l’Italia si salva, solo così», scrive Renzi nella sua e-news, tenendosi le mani libere, rivendicando di aver aperto una trattativa che rivelatasi necessaria. Italia viva ha chiesto anche l’istituzione di una commissione bicamerale per le riforme con presidenza all’opposizione. Ma al momento l’idea resterebbe fuori dalla trattativa. «Vediamo, dipende da come finisce la discussione», si tiene largo il coordinatore Ettore Rosato. Ma anche il M5s non arretra: «Completiamo il Reddito di cittadinanza con il rafforzamento delle politiche attive e dei controlli, così come era stato previsto fin dall’inizio», chiedono i pentastellato. E aggiungono l’introduzione di «un salario minimo e dell’equo compenso per professionisti e lavoratori autonomi». E poi «approviamo presto una riforma elettorale che consenta ai cittadini di indicare il proprio candidato, reintroducendo le preferenze. Consentiamo ai diciottenni di votare anche per il Senato e introduciamo la tutela dell’ambiente in Costituzione». E sulle preferenze potrebbe emergere una convergenza inaspettata con Renzi, che ha sempre indicato la preferenza per il maggioritario, ma ora - se si va sul proporzionale - chiede anche lui la reintroduzione delle preferenze.
La delegazione del Pd, chiamata a un delicatissimo ruolo di mediazione, su molti temi, dal Mes alla giustizia, ha posto l’accento soprattutto su un piano per l’occupazione femminile, la parità salariale, le politiche attive del lavoro con la riforma degli ammortizzarori sociali.