Allo stadio di Macerata prima di mettersi in cammino per Loreto - Fulvi
Hanno cominciato ad arrivare allo stadio Helvia Recina di Macerata nel primo pomeriggio e, piano piano, hanno riempito gli spalti e il rettangolo verde. Altri se ne aggiungeranno lungo la strada per Loreto, come accadeva secoli fa, quando la tradizione del pellegrinaggio ebbe inizio. Di notte, tra le luci delle case che rimangono accese, in ogni borgo, pellegrini con lo zaino in spalla si aggiungono al lungo serpentone dove si prega, si canta, si riflette su testiminianze e meditazioni.
"C'è chi ha fatto un lungo viaggio per venire qua, Macerata vi accoglie e vi ringrazia", ha detto nel suo saluto il sindaco Sandro Parcaroli, alla guida di una città intitolata, non a caso a Maria. Pellegrini, cioè mendicanti della pace, impegnati a pregare la Vergine lauretana, dal tramonto all'alba durante i circa 30 chilometri del tragitto, soprattutto perché cessino gli orrori, i lutti, le violenze in Ucraina e nelle altre parti del mondo della grande guerra a pezzi di cui para Papa Francesco. La recita del Rosario e canti mariani di alterneranno nella notte. Tra le testimonianze, quella dell'arcivescovo metropolita di Mosca, Paolo Pezzi: un'invocazione alla misericordia e al perdono con un impegno ad affidarsi alla Chiesa di Cristo.
Alcuni partecipanti in attesa di partecipare alla Messa a Macerata - Fulvi
"Domandiamo con insistenza la conversione del cuore affinché regni la pace: è la condizione necessaria perché anche nelle nostre comunità regni la pace". Monsignor Pezzi ha consegnato un messaggio: "Siate pellegrini nel processo sinodale della Chiesa". Ha parlato prima della partenza anche don Leo, un parroco romagnaolo, che a Lugo sostiene le popolazioni colpite dalle recenti alluvioni.
"Il dramma ha sempre una speranza, la tragedia no - ha detto il sacerdote - abbiamo scoperto in questi giorni come è fatto l'uomo dentro, c'è stato un moto di solidarietà, 700 giovani volontari hanno corso e spalato fango. Ma dobbiamo scoprire qualcos'altro, che abbia la stessa potenza senza distruggere niente. Mettere in evidenza l'essenziale. La fede, che ti mette davanti un punto per dire sì o no: noi cristiani abbiamo un'esperienza che dentro ha un incontro che salva".
"La preghiera è il fiorire della ragione è riconoscere che l'essere non ce lo diamo noi - ha precisato don Leo -, pregare che in noi cresca la stessa coscienza che è in Maria. Ecco il senso di questa notte. Fare esperienza che Dio ci ama".
Il presidente del Comitato organizzatore del Pellegrinaggio (giunto quest'anni alla 45a edizione), Ermanno Calzolaio, prima della concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha spiegato il titolo di quest'anno che è "Chi cerchi?", la domanda che Gesù rivolge a Maria Maddalena che piangeva la mattina di Pasqua.
Chi cerchi e non cosa cerchi. Il bisogno di un amore che dura per sempre. A questo cerca di rispondere questo gesto, di fatica e di preghiera. L'arrivo della fiaccola benedetta da papa Francesco mercoledì scorso ha preceduto la Messa e la partenza dei camminatori della fede. Le condizioni di salute del Pontefice non hanno consentito quest'anno, come è accaduto finora sempre dall'inizio del suo pontificato, di ricevere la sua telefonata.
La Messa nello stadio di Macerata prima della partenza - Fulvi