sabato 12 marzo 2011
Rischia di diventare «irrilevante», di coinvolgere sempre meno giovani e di perdere il suo significato originale di strumento utile «a formare cittadini responsabili e solidali». Se «la scarsità di risorse destinate al servizio civile dovesse essere confermata», la sua strada è segnata: sarà un'esperienza solo per pochi. Lo ha detto il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, in un convegno a Roma a 10 anni dalla legge che istituì il Servizio civile nazionale.
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Rischia di diventare "irrilevante", di coinvolgere sempre meno giovani e di perdere il suo significato originale di strumento utile "a formare cittadini responsabili e solidali". Se le cose non cambieranno, se "la scarsità di risorse destinate al servizio civile dovesse essere confermata", la sua strada è segnata: sarà un'esperienza solo per pochi, "per un'elite". Non usa mezzi termini il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, per descrivere lo stato attuale del servizio civile. A dieci anni dalla legge che istituì il Servizio civile nazionale, il segretario dei vescovi italiani denuncia la "progressiva disattenzione dello Stato" nei confronti di un'esperienza di "educazione civica, di una scuola di cittadinanza, nella quale i giovani si ritrovano a misurare le proprie aspirazioni, vite, atteggiamenti anche in relazione alle istituzioni".Le parole di Crociata sono arrivate in occasione di un incontro, sabato a Roma, con i giovani impegnati nel servizio civile. Un incontro in cui anche il Tavolo ecclesiale - promotore dell'iniziativa e a cui fanno riferimento diverse associazioni cattoliche come alcuni uffici della Cei, Caritas, Acli e Azione cattolica - ha ribadito la necessità di arrivare quest'anno ad almeno 40 mila posti messi a bando, il doppio di quelli previsti dal Governo. Sul servizio civile, ha detto il portavoce del Forum del Terzo settore, Andrea Olivero, "il Paese deve scommettere".Anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio di saluto ha definito questa un'esperienza "meritoria, che conferma l'efficacia" della scelta di istituirla e "dei modelli organizzativi che garantiscano, pur nel generalizzato contenimento delle risorse, una risposta efficace alle numerose esigenze che la collettività nazionale è chiamata ad affrontare".Insomma, uno schieramento unanime a favore di uno strumento, che, come denuncia il Tavolo ecclesiale, continua a perdere finanziamenti, limitando la possibilità di accesso ai giovani: "Nel 2010 i ragazzi coinvolti nel servizio civile sono stati 17.823, quando solo nel 2006 erano 45.890. E per quanto riguarda gli stanziamenti, nel 2011 sono stati garantiti 110,8 milioni di euro, più altri 8 milioni aggiunti in seguito, contro i 296,1 del 2007. Da allora i fondi sono diminuiti del 62,58%, dal 2010 del 34,94%".Per il segretario generale della Cei è "incontestabile il progressivo inaridimento degli spazi offerti ai giovani per forme di educazione alla cittadinanza e al servizio. Le prospettive per il 2011-2013, stanti le disponibilità finanziarie contenute nella Legge di stabilità (nella quale è stata stanziata la somma più bassa destinata al servizio civile in tutto il decennio), prefigurano un'ulteriore diminuzione del numero di volontari". Eppure, ha osservato Olivero, "il servizio civile e il più grande strumento educativo per i giovani e non può essere lasciato solo a pochissimi. I numeri si devono ampliare, serve una vera scommessa del Paese: il vantaggio è di tutta la comunità".
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