venerdì 1 luglio 2011
Il Colle emana il provvedimento ma avvisa: «Non è un intervento risolutivo, serve altro per risolvere il problema». Il cardinale: «Sconfitta senza fine. Bisogna fare presto per salvare la città». Avviati i primi contatti per portare i rifiuti fuori regione.
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Il decreto approvato ieri dal Consiglio dei ministri per risolvere l'emergenza rifiuti napoletana non ha soddisfatto il presidente della Repubblica. Napolitano ha emanato il provvedimento, ma ha chiesto al governo di fare di più. "Nel rilevare i limiti del provvedimento - si legge in una nota del Quirinale - che nel testo approvato ieri dal Consiglio dei ministri non appare rispondente alle attese e tantomeno risolutivo, il Capo dello Stato auspica che il Governo adotti ogni ulteriore intervento necessario per assicurare l'effettivo superamento di una emergenza di rilevanza nazionale attraverso una piena responsabilizzazione di tutte le istituzioni insieme con le autorità locali della Campania"Intanto sono stati avviati i primi contatti con le altre Regioni per portare i rifiuti fuori dalla Campania. Il giorno dopo l'approvazione del decreto rifiuti da parte del Consiglio dei ministri, che prevede accordi diretti tra Campania e singole Regioni per il trasferimento in altri territori, l'Assessorato all'Ambiente della Regione ha sentito Comuni, Province e chi gestisce gli impianti e avviato i primi contatti con le altre Regioni. Tra le prime Puglia, Emilia Romagna, Marche, Calabria, Toscana e Friuli Venezia Giulia mentre si continua a lavorare così da allargare il fronte delle Regioni disposte ad accogliere i rifiuti campani.SEPE: GRANDE AMAREZZAI rifiuti nelle strade a Napoli "sono la tragica eloquenza di una situazione intollerabile non solo da oggi, ma dal momento stesso in cui si è originata" afferma l'arcivescovo della città, cardinale Crescenzio Sepe secondo il quale, però, ora "la vera emergenza è un'altra, è quella di salvare non solo il buon nome della città, ma la città stessa: la salute, il decoro, la dignità della sua gente e, primi fra tutti, dei più deboli che, come sempre, sono i più esposti davanti a ogni ricorrente difficoltà". Insomma, "si faccia presto".In una riflessione di oggi, Sepe spiega: "Quella che da troppo tempo viene definita emergenza è, in realtà, il segno di una sconfitta senza fine che riguarda tutti, ma che oggi rischia di abbattersi come un colpo mortale su una Napoli già duramente provata su altri versanti".In ogni caso, dice il cardinale, "anche nei momenti più gravi e nelle situazioni più difficili, come quella che stiamo vivendo, esistono tempi diversi rispetto alle varie fasi dell'impegno richiesto a ciascuno. Come Pastore della Chiesa di Napoli, avverto il dovere di sottolineare che questo è il momento della responsabilità comune, del serrare le fila e mettere da parte ogni forma di polemiche, tra le tante che - anche legittimamente - la dolorosa e assurda vicenda rifiuti può originare". Non si tratta, quindi, "di spargere veli pietosi sul passato, nè di chiudere gli occhi di fronte alle responsabilità maturate, sia a livello politico che amministrativo, senza neppure escludere alcune manifestazioni di scarsa cura per il bene comune messe in atto a livello individuale; per non parlare, infine, della micidiale morsa con la quale la criminalità organizzata tenta di stringere ai suoi criminali interessi anche questa ennesima crisi della città. Ma verrà il momento delle analisi e della ricerca delle colpe certe". "Se la Chiesa di Napoli avverte ora la necessità di riprendere ancora una volta la parola, lo fa unicamente per segnalare una tale urgenza: si faccia presto".
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