mercoledì 2 maggio 2012
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​Allarme per il governo al Senato che resta senza maggioranza su un emendamento che revoca privilegi alle pensioni dei top manager della Pubblica amministrazione. L'esecutivo aveva espresso parere contrario, così come il relatore, a un emendamento soppressivo presentato in tre versioni identiche dalla Lega, da Idv e dalla senatrice Pdl Ada Spadoni Urbani. Alla fine il risultato è preoccupante per l'esecutivo: 124 voti a favore contro 94 contrari e 12 astenuti (che valgono come voto contrario). Ma è il dato politico a rappresentare una spia d'allarme per l'esecutivo: nei 124 voti a favore ci sono moltissimi senatori Pdl (come pidiellina è la senatrice che non era presente in aula e chenon ha ritirato il proprio emendamento) che si sono aggiunti ai leghisti, facendo esultare Roberto Castelli per il ritorno della vecchia maggioranza. In realtà, anche Idv ha votato la proposta (e anche qualche senatore Pd), mentre l'astensione è stata scelta da Api-Fli per il Terzo polo. Il senatore Pdl Antonio Battaglia spiega così la situazione: "È un segnale chiaro per l'esecutivo, qui ci sonoimprenditori che si suicidano ogni giorno mentre le banche che prendono soldi all'un per cento non aiutano l'economia. Cosi" non si va avanti...". Il governo non ha ancora deciso se ripristinare alla Camera il comma soppresso. "È ancora presto per stabilirlo" ha detto il sottosegretario allo Sviluppo, Claudio De Vicenti.Intanto via libera di Palazzo Madama al decreto legge di correzione sulle clausole delle commissioni bancarie, con 207 sì, 27 no e un astenuto. Il provvedimento passa quindi alla Camera per la seconda lettura. L'aula, che ha proceduto alle votazioni dei singoli emendamenti, ha fatto è"'cadere" il governo sulla proposta di modifica che cancella il trattamento privilegiato per le pensioni dei manager pubblici.L'assemblea ha dato voto favorevole anche alla proposte di modifica, già approvata dalla commissione Industria: la prima inserisce il divieto di applicare le clausole delle commissioni bancarie per i mini-scoperti, inferiori a una settimana a trimestre e al di sotto dei 500 euro. Altra novità riguarda l'osservatorio sul credito, che viene introdotto con il decreto legge; si prevede la possibilità di segnalare al prefetto casi di difficoltà registrate. Il prefetto potrà, a sua volta, rivolgersi all'Arbitro bancario finanziario. Infine via libera all'emendamento che fissa un tetto di due milioni di euro di fatturato, per le imprese soggette al rating della legalità.
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