martedì 17 dicembre 2013
​Allarme Fidae: inviate dal Comune di Milano cartelle esattoriali da decine di migliaia di euro.
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Torna alta la preoccupazione per il futuro delle materne paritarie a Milano. A gettare una nuova ombra è l’arrivo in diversi istituti cittadini della cartella esattoriale del Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (Tares). Una stangata per i già disastrati bilanci delle materne paritarie. «Alcune scuole che già pagavano migliaia di euro per la tassa rifiuti – denuncia suor Anna Monia Alfieri presidente regionale della Fidae, la federazione che riunisce gli istituti cattolici paritari – con la Tares si sono trovati una bolletta da decine di migliaia di euro». Responsabilità, tengono a precisare dall’assessorato all’Istruzione del Comune di Milano, della legge 214/2011 del governo Monti che mantiene il conteggio del tributo in base ai metri quadri della paritaria e non sul numero degli alunni (come avviene per le statali).Ma a destare maggior sorpresa nel mondo della scuola paritaria è che le cartelle arrivino in un momento delicato per loro e, soprattutto, durante un lungo periodo di confronto, che ha già determinato sacrifici per le materne paritarie di Milano. «Negli scorsi mesi – continua la presidente regionale Fidae – ci siamo trovati davanti a una amministrazione comunale non intenzionata a rifinanziare la convenzione stipulata tra le nostre materne e il Comune». Una posizione poi ammorbidita in parte, grazie anche all’ennesimo sacrificio che le nostre paritarie cattoliche si sono caricate: rinunciare per questo anno scolastico ai 550mila euro di contributo erogati dal Comune (circa 5mila a scuola), mentre il Comune ha confermato l’erogazione gratuita delle derrate alimentari crude.Un sacrifico e una disponibilità a farsi carico di una situazione di bilancio difficile per l’intera comunità cittadina che, però, sembra destinata a trasformarsi in un boomerang per le paritarie non comunali. «All’ultimo incontro del tavolo politico-tecnico avviato presso il Comune di Milano, assente l’assessore Francesco Cappelli – racconta suor Alfieri –, ci è stato preannunciato che per il prossimo anno c’è l’intenzione di ridurre l’intervento economica a circa un terzo di quanto previsto dalla Convenzione e di trattare l’assegnazione delle derrate alimentari in base al reddito, che significa ridurre la gratuità solo a chi a un reddito Isee inferiore a duemila euro annui». Risultato? Tagliare i due terzi del contributo e far pagare l’assegnazione delle derrate. Lunedì prossimo in Comune tornerà a riunirsi il tavolo politico-tecnico. L’occasione forse per un ripensamento da parte del Comune.

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