mercoledì 6 luglio 2011
Un decreto conferma i 245 milioni promessi. Ma non si sa da dove saranno attinti e quando. Nel 2011 le scuole cattoliche si sono viste pagare solo 167 milioni sui 539 a loro destinati.
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Nuovo giallo sui fondi da ripristinare per le scuole paritarie. Un decreto del presidente del Consiglio, pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale, conferma che «è disposto l’utilizzo, per l’anno 2011, della somma di 245 milioni di euro per il sostegno alle scuole non statali». Ma le associazioni della scuola paritaria cattolica frenano e si mostrano caute.Il decreto del presidente del Consiglio (in data 18 maggio 2011) di fatto ribadisce la disposizione di utilizzo per questo anno finanziario di alcune cifre già previste all’interno della stessa legge finanziaria 2011: 245 milioni per la scuola non statale, 100 milioni per la quota del 5x1000, 30 milioni per il settore dell’editoria, 25 milioni per il sostegno delle università non statali legalmente riconosciute e 124 milioni per il sostegno del settore dell’autotrasporto. Tutte voci che la stessa legge finanziaria 2011 legava all’incasso della vendita dei canali del digitale terrestre. Il decreto pubblicato ieri dalla Gazzetta ufficiale, nel ribadire l’utilizzo di quelle somme, non fa alcun cenno né alla vendita del digitale terrestre, né da quale fondo saranno attinti.Ma a destare la cautela del mondo della scuola paritaria è, sintetizza Luigi Morgano segretario nazionale della Federazione delle scuole materne di ispirazione cristiana (Fism), «l’assenza di una indicazione chiara sui tempi di stanziamento e di erogazione dei fondi stessi». In parole povere il decreto non spiega se i fondi di cui parla sono «pronta cassa», cioè erogabili nel giro di pochi giorni. Passaggio tutt’altro che secondario visto che in questi primi sette mesi del 2011 le scuole paritarie si sono viste pagare dallo Stato complessivamente 167 milioni di euro sui 539 milioni che originariamente costituivano il fondo a loro destinato. Cifre che hanno prodotto una grande sofferenza, come dimostra l’annunciata chiusura di due scuole materne a Treviso proprio per l’impossibilità di continuare a far fronte ai costi e ai debiti.«Sono stati individuati i 245 milioni attesi dalle nostre scuole? – domanda Morgano –. E allora venga detto con chiarezza quando saranno messe in pagamento le cifre dovute. E anche quando verranno restituiti i 28 milioni tagliati al nostro capitolo di spesa come forma di accantonamento nel caso non vada in porto la vendita dei canali del digitale terrestre. Fino a quel momento non si può parlare di situazione risolta». Cautela condivisa anche da Maria Grazia Colombo, presidente dell’Associazione nazionale genitori scuole cattoliche (Agesc). «Abbiamo già subito diverse delusioni – commenta – e per il momento l’atteggiamento più giusto è la cautela. Ma anche se questo decreto portasse all’erogazione dei 245 milioni non potremmo che parlare di una semplice boccata d’ossigeno: quei soldi dovevano arrivare 7 mesi fa e permetteranno soltanto di tirare un po’ il fiato alle scuole». Un tema che era già all’ordine del giorno della riunione del Consiglio nazionale della scuola cattolica che si riunisce oggi a Roma. Un organismo che riunisce tutte le realtà cattoliche impegnate nel mondo della scuola.Ma il recupero dei 245 milioni non sarà comunque la soluzione del problema. Già, perché la legge di bilancio triennale prevede tagli allo stesso capitolo di spesa anche per il 2012 e il 2013. E tutto rischia inevitabilmente di ripartire da capo.
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