venerdì 11 novembre 2011
Il corteo dei manifestanti contro gli amministratori regionali incapaci di fronteggiare la crisi e di proporre politiche per il lavoro.
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È partito da piazza Giovanni XXII, a Cagliari, il corteo dei manifestanti, 50mila secondo la polizia, 60mila secondo gli organizzatori, che hanno aderito allo sciopero generale indetto da Cgil, Cisl e Uil della Sardegna contro la giunta regionale.Il corteo ha attraversato la città passando per la via Dante, piazza Garibaldi, via Roma, Largo Carlo Felice e si è concluso con il comizio finale dei segretari generali di Cgil, Csil e Uil, in piazza Yenne. Unico il motivo conduttore dei comizi di Enzo Costa (Cgil), Mario Medde (Cisl) e Francesca Ticca (Uil): dimissioni della giunta regionale incapace di fronteggiare la crisi e assenza di politiche per il lavoro.Un elicottero della polizia sorvola ancora la città e il corteo è scortato da numerosi agenti. Nessun incidente durante il percorso del corteo. Una agente della polizia municipale di Cagliari è stata invece investita da un'auto mentre dirigeva il traffico in una strada d'accesso alla città. È stata soccorsa dal 118 e ora è in osservazione in ospedale.Era presenta anche l'Anci Sardegna, con oltre 200 sindaci, allo sciopero generale indetto da Cgil, Cisl e Uil della Sardegna. Una presenza, quella dell'Anci, voluta dal presidente Cristiano Erriu e dal Comitato Esecutivo dell'Associazione per ribadire, ancora una volta, l'appello dei Comuni sardi a una stagione di riforme condivisa con la Regione «per cercare di trovare le soluzioni alla grave crisi che attanaglia la Sardegna».«Il nostro - ha detto Erriu - vuole essere un ruolo di proposta. I sindaci, che raccolgono ogni mattina la disperazione e la rabbia di disoccupati, agricoltori, pastori, operai, vogliono contribuire a trovare soluzioni che risolvano alcuni dei grandi problemi: il primo fra tutti l'occupazione».Tra i problemi posti dall'Anci la ormai insostenibile situazione legata al Patto di stabilità, l'incremento del Fondo Unico, la crisi di Abbanoa, lo spopolamento dei piccoli comuni e l'aumento della disoccupazione giovanile.
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