Da domani in edicola giornali listati a lutto, manifestazioni davanti alle sedi istituzionali e uno sciopero generale di giornali e tv il 9 luglio. Queste le iniziative che la Federazione Nazionale della Stampa metterà in campo «per significare con immeditatezza l'allarme grave che si pone non per questo o quel cittadino di destra di sinistra, ma per il corretto svolgersi del circuito democratico» dopo il sì del Senato alla legge sulle intercettazioni. «Abbiamo chiesto a editori e direttori - ha annunciato il segretario della Fnsi, Franco Siddi, in piazza Navona dove durante la votazione al Senato si è tenuto un presidio contro la "legge-bavaglio" - di predisporre un impianto comune per la prima pagina in cui si segnali il corpo mortale inferto alla libertà. Se gli editori non ci staranno pubblicheremo noi a pagamento un necrologio perchè sia chiaro l'allarme". Siddi invita l'Italia "a svegliarsi" e "bloccare questa legge prima che diventi definitiva" perché "espropria i cittadini di un bene inalienabile, il diritto a sapere". "Faremo manifestazioni dappertutto - ha aggiunto - non siamo ancora in grado di fare uno sciopero generale perché la legge sui servizi pubblici impone tempi e procedure". Da oggi, comunque, i giornalisti sono invitati a "manifestazioni più intense". «"Sapevamo che siamo solo all'inizio di una battaglia per la libertà molto dura», ha aggiunto Siddi che vede la necessità di «impedire che si torni al regime del '25». Per questo "è molto importante la partecipazione del mondo dell'impresa e dell'editoria accanto a giornalisti e cittadini perché questa non è una battaglia tra destra e sinistra ma è una contrapposizione cercata per dividere l'Italia". .