giovedì 28 maggio 2009
Partono le indagini sull'incidente a Sorroch, costato la vita a tre operai. L'ipotesi è omicidio colposo. I sindacati si costituiranno parte civile. Martedì l’incontro dei fratelli Moratti con le famiglie delle tre vittime: «Ci hanno assicurato sostegno e vicinanza».
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Tre mazzi di rose bianche e tre di rose rosse alla base dei cancelli azzurri sono il primo omaggio dei lavoratori della Saras ai tre operai caduti sul lavoro. Un gesto dettato dal dolore, mentre la voglia di gridare il «diritto al lavoro per vivere e non per morire» si è tradotta nella decisione di continuare lo sciopero anche oggi e domani, giorno dei funerali. L’inchiesta decisa dalla magistratura va avanti mentre una parte dell’impianto Mhac1, dove si fa la desolforazione del petrolio e dove è avvenuto l’incidente, è stato posto sotto sequestro. I sindacati Fim Cisl e Fiom Cgil si costituiranno parte civile.L’ipotesi di reato formulata dai magistrati è omicidio colposo contro ignoti, in attesa di esaminare i rapporti dei loro consulenti e conoscere i risultati dell’autopsia che verrà eseguita questa mattina nella camera mortuaria del cimitero di Pula, dove sono state trasferite le salme di Gigi Solinas, Bruno Muntoni e Danilo Melis. Ieri tre strutture pubbliche - Arpas, Inail e Ispes - preposte alle verifiche preliminari hanno controllato il luogo dell’incidente e l’impianto dove hanno trovato la morte gli operai della Comesa, una ditta d’appalto, che da molti anni esegue lavori di manutenzione negli impianti Saras. Se è facile ricostruire la dinamica dell’incidente – la presenza nell’impianto di sostanze tossiche che hanno letteralmente fulminato i tre operai – molto più difficile risalire alle cause. Errore nelle procedure? Automatismi che non hanno funzionato? «Non è per una inesorabile maledizione biblica che si verificano gli incidenti sul lavoro», ha detto Mario Medde, segretario generale della Cisl sarda. «Oggi Cgil, Cisl e Uil decideremo un’iniziativa di mobilitazione per la sicurezza sul lavoro». Gian Marco, Massimo e Angelo Moratti, appena arrivati a Sarroch, nella stessa serata di martedì, hanno voluto vedere per due volte il luogo della tragedia e incontrare i parenti delle vittime e i segretari territoriali del sindacato. «Ci hanno tenuto a dirci - riferisce Marco Nappi della Femca Cisl - che saranno vicini alle famiglie colpite da un’immane tragedia e che anche loro sono in attesa di capire quel che è veramente successo». A cinque chilometri dalla Saras, in tre case si piange. Don Fernando Caschili, parroco di Villa San Pietro, conosceva molto bene Bruno Muntoni, 56 anni, prossimo alla pensione, 4 figli: «Abitava vicino alla casa parrocchiale e ci vedevamo quasi ogni giorno. Martedì sera non ho fatto in tempo a vederlo. Appresa la notizia e prima d’andare anch’io in fabbrica, ho comunicato la notizia in chiesa ai fedeli». Domani, se arriverà l’autorizzazione, i funerali saranno celebrati dall’arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Mani.
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