mercoledì 24 ottobre 2012
​L'arcivescovo di Taranto: «Mi auguro che l’azienda prenda un impegno formale e dia il suo contributo economico per le attività di prevenzione e di cura delle malattie legate all’inquinamento».
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​«Mi auguro che anche l’Ilva, come ha fatto il ministro Balduzzi, prenda un impegno formale con i tarantini e dia il suo contributo economico per le attività di monitoraggio, di prevenzione e di cura delle malattie legate all’inquinamento». Non usa mezzi termini il vescovo di Taranto, Filippo Santoro, all’indomani della pubblicazione dei dati sulla mortalità nella città pugliese che legano in modo strettissimo la presenza della grande acciaieria alla situazione sanitaria.Eccellenza, due giorni fa ha incontrato il ministro della salute Renato Balduzzi. Non l’ha fatto privatamente però. Ha convocato le associazioni laicali che operano nella sanità. Come Le è venuta l’idea?Ho colto la necessità dei tarantini di far sentire la propria voce, quel dolore che si portano dentro. Sono contento che in tantissimi abbiano accolto il mio invito, senza sapere che ci sarebbe stato un ministro a prendere nota dei loro disagi. L’auditorium di una delle parrocchie del quartiere più colpito, la San Francesco de Geronimo dei Tamburi, era gremito. È soddisfatto dell’esito dell’incontro?Volevo che il ministro Balduzzi ci facesse una fotografia della situazione in cui la città si trova, ci illustrasse i provvedimenti che da Roma hanno intenzione di attuare e ci desse anche degli orizzonti di speranza verso cui tendere. Il mio mandato è stato improntato fin dall’inizio all’attenzione alla sofferenza. Ho voluto incontrare sia i malati che gli operai che scioperavano sull’altoforno 5. La Chiesa non poteva restare a guardare.Alcuni hanno rilevato il fatto che la Chiesa tarantina voglia tutelare sia il diritto alla salute che quello al lavoro, in una posizione che vuole salvare tutti...Quando sono arrivato a Taranto come Pastore, all’inizio dell’anno, ho colto subito l’entusiasmo della gente, lo spirito d’accoglienza. Ho però notato anche una contrapposizione ideologica, direi anche anacronistica, tra chi vorrebbe salvaguardare la salute e quindi l’ambiente e chi il posto di lavoro. Non è così che si risolvono i problemi. Occorre venirsi incontro, guardare alle ragioni dell’altro, non solo al proprio particolare. Poi la Chiesa non fa politica, si occupa di dare conforto e quello lo meritano sia i malati che gli operai.Nel recente passato la Chiesa locale accettava dall’Ilva cospicue donazioni per ristrutturare facciate di edifici sacri o per organizzare riti di devozione popolare. Lei perché ha detto di no, pubblicamente, a questa consuetudine?Ho voluto dare un segnale forte. Ho scritto all’azienda che non avremmo più accettato denaro da loro e che avrebbero potuto impiegarlo per sopperire ad altre esigenze di cui la comunità ha bisogno. Mi è sembrato un gesto doveroso. I dati dell’Istituto Superiore della Sanità su inquinamento e aumento della mortalità a Taranto, resi pubblici dal ministro Balduzzi, sono sconvolgenti. Si aspettava questi numeri?La speranza era che fossero più contenuti ma temevo che non sarebbe stato così. In fondo basta fare visita agli ospedali del capoluogo ionico per capire quale sia la situazione.Ed ora cosa si augura che accada?Mi auguro che anche l’Ilva, come ha fatto il ministro, prenda un impegno formale con i tarantini e dia il suo contributo economico per le attività di monitoraggio, di prevenzione e di cura delle malattie legate all’inquinamento. Poi spero che Balduzzi tenga fede quanto prima alla promessa di  un "progetto salute per Taranto", che comporterà l’arrivo di fondi attinti dal capitolo di spesa del Ministero della salute. Taranto non può più aspettare.E se la Procura ionica dovesse decidere di non accettare le prescrizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale firmata dal ministro dell’ambiente Clini qualche giorno fa?Ho fiducia nella magistratura. Se accadesse bisognerebbe far fronte ad un’emergenza che non sarebbe solo occupazionale ma anche sociale. In un caso o nell’altro il nostro ruolo di Chiesa locale non cambierebbe. Dobbiamo far sentire alla gente di Taranto l’abbraccio di Gesù Cristo. All’inizio del mio ministero ho affidato la città alla Madonna della Salute, metterà Lei la sua mano su una comunità che ha già pagato troppo per colpe non sue.
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