martedì 25 marzo 2025
La ministra cambia legale, che chiede tempo per studiare le carte. Il capogruppo di FdI alla Camera, Bignami: in caso di processo l'addio alla squadra di governo è necessario
Santanchè fa saltare l'udienza. FdI: se rinviata a giudizio lascerà

Duilio Piaggesi / ipa-agency.net

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Ora che Fratelli d’Italia (e quindi la premier), ha preso una posizione netta, in caso di rinvio a giudizio le dimissioni di Daniela Santanchè non sono più un’opzione. La titolare del Turismo si era già mostrata disponibile a «una riflessione» nel caso in cui i giudici avessero deciso di mandarla a processo per truffa aggravata, ma con l’annuncio di ieri del capogruppo del partito della premier alla Camera, Galeazzo Bignami, sparisce ogni margine di discrezionalità. Nel frattempo la ministra ha trovato il modo di allungare la sua permanenza nella squadra di Governo e ieri, con il cambio di avvocato, ha momentaneamente disinnescato la mina dell’udienza preliminare in programma per oggi.

«Noi riteniamo, come ha detto il ministro stesso, che nel momento in cui ci dovesse essere un rinvio questo sarebbe oggetto di profonda riflessione - ha scandito Bignami a Sky Tg24 - e si arriverebbe a una presa d’atto della necessità di lasciare l'incarico, non perché stia governando male il turismo, dove anzi abbiamo dei dati che sono assolutamente premianti. Ma per garantire a lei la possibilità di difendersi nel modo più sereno possibile». Un concetto ribadito anche da Giovanni Donzelli che, interpretando un po’ forzatamente la promessa di una valutazione come un impegno preciso, ha ricordato come la stessa interessata «abbia detto in audizione che in caso di rinvio a giudizio si dimetterà».

Santanchè, come detto, ha sostituito l’avvocato Salvatore Sanzo con un altro legale, Salvatore Pino, che affiancherà il collega Nicoló Pelanda e che ovviamente ha chiesto del tempo per studiare le carte. Probabile allora che l’udienza odierna servirà solo a fissare la prossima data.

Ma il destino della ministra è legato anche a quello della giudice che avrebbe dovuto pronunciarsi sul suo caso, Tiziana Gueli, che il 31 marzo cambierà ufficio e diventerà giudice del dibattimento. A questo punto sono due le possibili soluzioni: o il presidente del Tribunale di Milano applicherà la giudice al procedimento Santanchè per consentirle di definirlo, oppure l’udienza preliminare dovrà ricominciare davanti a un nuovo giudice.

La titolare del Turismo, assieme al compagno Dimitri Kunz e a Paolo Giuseppe Concordia, responsabile della gestione del personale di Visibilia Editore e di Visibilia Concessionaria (le due società riconducibili a Santanchè), è accusata di aver chiesto e ottenuto «indebitamente» la cassa integrazione Covid per 13 dipendenti (e per oltre 126mila euro), che però avrebbero continuato a lavorare in smart working pur risultando in cassa a zero ore. Da qui l’ipotesi di reato per truffa aggravata ai danni dello Stato.

La premier, come è noto, avrebbe fatto volentieri a meno di una grana del genere e vorrebbe in tutti i modi evitare un rimpasto. Ma è chiaro che non può permettersi di trascinarsi dietro un ministro con un’accusa così pesante sulle spalle. Peraltro molti fratelli d’Italia avrebbero voluto silurare Santanchè già da tempo e alcuni disapprovare anche l’ultima mossa della ministra per guadagnare tempo. «Occorre affrontare le situazioni e questa tattica del cambio di legale sembra essere soltanto dilatoria», osserva un deputato. Mentre per un altro la strategia è addirittura dannosa: «Così rischia di irritare il giudice e di peggiorare la situazione».


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