"Non si può morire di speranza". Così la Comunità di Sant'Egidio dopo l'ultima strage di Lampedusa. La Comunità lancia un appello all'Italia e all'Europa affinchè si ripristini Mare Nostrum fino a quando non si troveranno nuove soluzioni per i profughi che arrivano dal Sud del mondo.
Per la Comunità di Sant'Egidio "Triton non funziona": "Da quando infatti è stato cancellato Mare Nostrum, che permetteva alla nostra Marina Militare di spingersi fin quasi le coste dell'Africa settentrionale per operare i soccorsi di chi fugge da tanti Paesi del Sud del mondo, i 'viaggi della speranzà non si sono certamente fermati". "Per colpa di trafficanti di persone senza scrupoli, che occorre bloccare - continua la Comunità di Sant'Egidio -, i profughi continuano ugualmente a partire su misere e costosissime carrette del mare. Solo che nessuno ne parla e nessuno può aiutarli in tempo per salvare le loro vite. Allontanando i soccorsi non si fermano le stragi:
l'effetto è solo quello di nasconderle agli occhi di tutti.
Ora ci si accorge di quelle misere imbarcazioni solo quando giungono vicino alle nostre coste. Ma allora, come è avvenuto lunedì, è dolorosamente troppo tardi".
Sant'Egidio ricorda che fino al 31 dicembre, grazie a Mare Nostrum "si sono invece salvate migliaia di vite umane con una spesa sostenibile per un Paese come l'Italia". Ecco quindi il forte appello alle autorità italiane ed europee: "Se resta almeno un po' di pietà occorre agire subito in due diverse
direzioni: Fermare le stragi ripristinando immediatamente Mare Nostrum, che offriva la possibilità di operare soccorsi con navi militari capaci di navigare anche con il mare grosso e non con semplici pattugliatori. Realizzare subito un sistema europeo per permettere ingressi regolari e controllati, per motivi umanitari, con un costo decisamente inferiore per i profughi (che arrivano a spendere migliaia di euro) e, soprattutto, viaggi che non comportano il rischio della vita"Per ralizzare questi obiettivi, Sant'Egidio lancia anche "una raccolta di fondi a livello nazionale per ripristinare la missione 'Mare Nostrum', visto che lo Stato dice di non avere i soldi". Il presidente della Comunità, Marco Impagliazzo, invoca, dopo l'ultima tragedia del mare che ha provocato oltre 300 morti, "una grande gara di solidarietà, nella quale anche lo Stato italiano e l'Unione Europea dovrebbero fare la loro parte".