mercoledì 19 dicembre 2012
​L'ipotesi della Procura: presunte tangenti per accreditamenti. Undici perquisizioni in abitazioni e uffici. L'inchiesta è partita dal crac del gruppo dei fratelli Polita.
COMMENTA E CONDIVIDI

Sanità lombarda scossa da un nuovo terremoto: e anche in questo caso sono i rapporti tra cliniche convenzionate e la Regione Lombardia nel mirino della magistratura. Questa volta ad occuparsene è il pm di Varese Agostino Abate che ieri ha mandato i militari della Guardia di Finanza per seguire undici perquisizioni in abitazioni, uffici, ma anche nell’Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia, nell’ambito di un procedimento che ipotizza i reati di corruzione e concussione. Ovvero, presunte tangenti in cambio di accreditamenti.E i destinatari dei provvedimenti, spiegano gli investigatori, sono «consulenti e persone di fiducia di riferimento di politici che intermediavano tra le cliniche private e l’ente locale, amministratori di fatto delle cliniche interessate e i vertici della sanità lombarda».Ruolo, quello di intermediario, che sarebbe assegnato al presidente della Commissione Sanità del Senato, Antonio Tomassini, del Pdl. Indagata la sua segretaria che avrebbe avuto contatti diretti con una delle cliniche finite sotto la lente delle Fiamme Gialle. Nel registro degli indagati della Procura di Varese è finito anche quello che è ritenuto il deus ex machina della sanità lombarda, il direttore generale Carlo Lucchina, già coinvolto nelle inchieste milanesi sulla Fondazione Maugeri e sull’assegnazione delle sperimentazioni cliniche. Perquisite anche la casa e l’ufficio di un vecchio esponente della Dc ed ex assessore al Comune di Varese, Antonio De Feo (che non risulta formalmente indagato). Una vecchia conoscenza del pm Abate, dal momento che fu indagato per reati contro la pubblica amministrazione nei lontani anni ’90, durante Tangentopoli.Le indagini che hanno portato alle perquisizioni di ieri vengono dalla bancarotta del gruppo degli imprenditori varesini della sanità, i fratelli Sandro e Antonello Polita, anch’essi indagati. Del crack delle società dei Polita, fallite una dopo l’altra, si stava già occupando lo stesso Abate. In particolare dell’Ansafin Polita, proprietaria di un albergo costruito prima dei mondiali di ciclismo a Capolago, di un capannone industriale a Induno Olona e degli immobili dove si trova la clinica privata La Quiete, anch’essa fallita. Da dichiarazioni rese in quell’inchiesta e da successivi accertamenti è scaturita la nuova tegola.All’inaugurazione dell’albergo di Capolago presenziò anche Antonio Tomassini il quale si limita a spiegare: «Ho appreso dalla stampa di essere indagato nell’ambito di una indagine su convenzioni concesse dalla Regione Lombardia ad alcune strutture private. Sono sereno ed attendo con fiducia di essere ascoltato al più presto dalla magistratura al fine di chiarire la mia posizione e di dimostrare la mia estraneità. Da questo momento sarà il mio legale, l’avvocato Corso a instaurare con i magistrati i contatti utili a consentir loro di far luce sui fatti».Sullo sfondo delle nuove indagini una vera e propria battaglia giudiziaria che vede opposti da tempo i Polita al pm Abate: un anno fa, i due fratelli imprenditori denunciarono il magistrato per abuso d’ufficio e violenza privata per un presunto accanimento nei loro confronti.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: